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in Treno

Non ricordo il giorno preciso ma qualche anno fa, forse due o tre, ero in viaggio sul treno per la Val Pusteria, una linea ferroviaria non elettrificata, in partenza da Bressanone per S. Candido. Salgo su di una carrozza ed entro in uno scompartimento, dove una signora distinta e di piacevole aspetto sta leggendo un libro. Mi siedo di fronte a lei vicino al
finestrino, la saluto come si usa normalmente, lei mi risponde cordialmente. Noto il suo italiano con un’evidente inflessione tedesca, che, vista la zona in cui viaggiamo, non poteva essere altrimenti.
Poco dopo il treno si mette in movimento, lei si alza, posa il libro aperto e rovesciato sul sedile del posto accanto e si avvia verso i servizi. Non posso fare a meno di dare una sbirciata al titolo del libro e al suo autore. Ora non ricordo il titolo ma di certo ricordo lo scrittore, si trattava di Gabriel Garcia Marquez. Faccio appena in tempo a leggere alcune frasi sulla striscia della quarta di copertina: “tredici spunti ad un amico…”; solo una mi rimane impressa: con cura l'ho archiviata in un cassetto della mia memoria. All’improvviso lei rientra al suo posto, io mi comporto come se nulla fosse, non voglio svelare la mia curiosità.
Dopo un breve silenzio la signora mi si rivolge con alcune delle solite frasi che si intrecciano in viaggio con degli sconosciuti. Poi entrambi ci affacciamo al finestrino per osservare il paesaggio. Durante la stagione invernale l’oscurità scende rapidamente nel pomeriggio e le varie illuminazioni si accendono molto presto. Il paesaggio che mi scorre davanti agli occhi è imbiancato da una recente nevicata e le luci della sera nei paesini rendono tutto suggestivo e fiabesco; la velocità del treno fa in modo che i fari di illuminazione che incontriamo disegnino delle strisce luminose che hanno il ritmo di un rigo musicale senza note. Nella mia mente scrivo le note sul rigo con i rumori delle rotaie del treno, altre note le scrivo con i riflessi delle vetrate di quelle casupole basse, in parte di legno, con i tetti spioventi tipici dei paesi del nord.. I campanili delle chiese alti e appuntiti sono come le note acute di un poema sinfonico.
Dal finestrino osservo tutto, ma in alcuni momenti, forse a causa anche della visione poetica, la mia mente ritorna a ricordi lontani richiamati proprio da quella frase letta sul retro del libro della compagna di viaggio. I miei pensieri trapuntati dai ricordi hanno fatto affiorare via via l'immagine di una persona speciale incontrata molto tempo fa.
 
“Il destino, o forse il caso, mi aveva messo sulla tua strada per farci incontrare. Nell’immediato non sapevo chi tu fossi. Il tempo e gli incontri casuali mi hanno permesso di notare in te alcuni aspetti della tua personalità che mi incuriosivano e mi portavano ad approfondire la tua conoscenza. Il tuo modo insolito di essere donna e persona mi hanno spinto ad esplorare un po' il tuo mondo e te stessa. Scoprire questo tuo mondo fatto di conoscenze, il gusto tuo di stare con gli altri e con me è statoun piacere. Imparai a conoscere la tua dolcezza, mescolata con una certa alterigia particolare di donna emancipata e moderna nonostante la tua età matura. Avevi già vissuto mille vite le quali, nel corso degli anni, avevano plasmato il tuo “io”.
Tutto questo rende piacevole e interessante starti accanto, parlare con te non è mai noioso. Il tuo gusto raffinato nel dialogare rende interessante ogni conversazione.
Aver approfondito la tua conoscenza personale e il frequentarti sempre più spesso, ha fatto crescere in me l’ammirazione per la tua eleganza e cura nell’abbigliamento, ma anche per il tuo signorile portamento.
Hai risvegliato in me e portato a galla alcuni miei interessi che da lungo tempo non coltivavo più, come la letteratura e la scrittura. Anche alla mia pittura hai dato nuova vivacità facendomi conoscere e apprezzare importanti maestri pittori dell’ottocento e novecento, mi hai fatto conoscere la corrente pittorica dell’espressionismo tedesco.
Abbiamo parlato e discusso molto, anche se un po’ disordinatamente, delle nostre contrastanti visioni della politica. Tu da un versante, io dall’altro ma sempre con la dovuta pacatezza come si conviene a persone civili. Tra di noi non ci sono argomenti che non abbiamo sviscerato e approfondito con un certo impegno, abbiamo esplorato e confrontato i nostri diversi gusti personali. Su molti versanti ci siamo trovati simili e complementari, su molti siamo in perfetta sintonia come nella gastronomia e nell’enologia. Ci siamo anche dilettati nella degustazione di alcuni vini sia locali sia esteri come i francesi. A proposito di Francia, so che hai una predilezione per tutto quello che è francese, a volte, però, i tuoi francesismi sono insopportabili e troppo snob. Quando ti faccio osservare questo, ti offendi, se poi ti faccio notare quel tuo snobismo di donna di sinistra, ti arrabbi molto, però devo ammettere che sei sempre moderata nelle tue esternazioni.
La tua singolarità è per me un fatto positivo, uno stimolo di ricerca culturale continua.
Quando ti sono accanto, mi sento diverso da quello che credo di essere con altri, a volte non mi riconosco. Il mio essere e la mia interiorità quando siamo insieme sono nuovi e diversi. Provo un piacere che non conoscevo prima e che aumenta di volta in volta. I miei sentimenti sfociano in altri più intimi e di carattere intellettuale.
Questo stare con te, che mi fa sentire diverso, ha fatto uscire dal cassetto della mia memoria la frase che scriveva Garcia Marquez:
“io ti amo non per chi sei, ma per chi sono io quando sono con te”.
 
Oramai sono arrivato a destinazione. Scendo dal treno, saluto la signora del libro inconsciamente depositaria di un mio ricordo. Lei prosegue il viaggio per una fermata che non conoscerò mai.
***
 
 

Romano Osele

 
 
 
 
 
 
 
 

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