Scritto da © Bruno Amore - Lun, 31/05/2010 - 08:52
Ah! saperlo...
avessi saputo di non aver
maiuscole nel dna
avrei provato a vivere
ai minimi termini
pensare poco, prender quel che viene
giorno per giorno.
invece irrequieto ho spinto
quel fragile parapetto
al balcone della vita, finché
s'è infranto per le mie voglie
di andare a raccogliere frutti
dolci esotici - anche - colorati
all'apparenza proibiti.
e caddi in un rovo
che soltanto more produce
nutrimento per silvicoli alati
e fanciulli in gita.
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Scritto da © ariele57 - Lun, 31/05/2010 - 03:20
mi lucida l'alba
somnia
ragazzaccia
ora fuggi
ho
le mani a tubo
sospese
dentro
si raffredda l'alito
cercando risposte
un pacchetto
di mentine valda
mi ricorda
mia suocera
una donna
donne d'intesa
in una scura notte
si fa lucida l'alba
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Scritto da © Galdo - Lun, 31/05/2010 - 02:07
Incantesimo
Suadente e armonioso richiamo
i tuoi veli che scivolano lievi
danzando con grazia divina
impercettibili e inafferrabili
nell'ancestrale consonanza lirica
precedente l'infrangersi dell'onda
i tuoi veli che scivolano lievi
danzando con grazia divina
impercettibili e inafferrabili
nell'ancestrale consonanza lirica
precedente l'infrangersi dell'onda
In quei momenti fuori dal tempo
diventiamo strumenti musicali
diventiamo strumenti musicali
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Scritto da © Manuela Verbasi - Dom, 30/05/2010 - 22:16
Cose Così [in chiaro]
Dall’infinito alla terra
in ogni sospeso che strappa, gemmerò
di buio acceso, svettando
in chiaro, un raggiare di rose.
Ormeggiato ai capelli
dei giorni infuriati, artiglierò
ammanettato ai respiri
fino a sfumare in petali neri,
ultima scia di rondini.
Manuela
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Scritto da © fabiomartini - Dom, 30/05/2010 - 21:27
"Pendule papier de mais"
Vent’anni
è incoscienza che cerca fortuna
è un amore trovato, la strada, il cemento
il tutto riposto nel gruppo, nell’urlo
nell’esclamativo da vendersi al cielo
al coraggio e al cuore
e l’incendio dei tempi
infiammava il vento
e frattanto bastava a volte "l’appena"
l’amico, il simbolo
quell’ideale e la sua parola.
Poi lei camminava tenendomi il braccio
le mani mie in tasca e la pioggia leggera
sull’aria pensosa e un po’ ricercata
di pendule papier de mais.
Mar d’amore e cuor che divampa
lentiggini e baci e il vento che fischia
e l’intento era sempre
stupire i fil d’oro dei suoi capelli
e un vecchio profumo che sempre mi porto
di gesti normali che ancor son miei.
Poi regali d’alba e leggeri vuoti, brevi mattini
rugiada e brina e chiarore del giorno
e sole che scioglie il tempo che sfugge.
Eppure con me è ancora qui
lo stesso, l’uguale, l’identico
penna alla mano e l’indigno scritto.
E sempre percorro tuttora di dentro
gli stessi mattini che allora percorsi
con la differenza inconsistente ma vera
che non sei più qui… accanto a me.
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Scritto da © Franca Figliolini - Dom, 30/05/2010 - 17:53
Un piccolo "me" azzurro
-C'eravamo conosciuti tramite Internet, in un sito che frequentavamo entrambi. Ben presto le chiacchiere da amici che facevamo si erano impregnate di una forte tensione erotico-sentimentale, ma la distanza fisica (parlo di centinaia di chilometri) che ci separava consentiva un distacco sufficiente a non farsi travolgere.
Poi una volta, per lavoro, andai in una città vicina alla sua. Ci sentimmo al telefono, ma io nicchiavo ad incontrarlo. E lui allora, invece di dire:
-Sai cosa ho pensato? Ho pensato: «Vado lì, e mi metto da una parte, così almeno la guardo di nascosto»,
disse:
-Sai cosa ho pensato? Ho pensato: «Vado lì, e mi metto da una parte, così almeno mela guardo di nascosto».
Ecco, quel me sprigionava una tale tenerezza, una tale dolcezza, che mi ha innamorato. Un momento prima di quel me era uno che mi piaceva, un momento dopo era il mio amore.-
L'aereo stava sbarcando a Bruxelles e lo "sciogliete le fila" dello steward sembrò concludere la storia di questa mia occasionale compagna di viaggio che infatti si riscosse e cominciò a raccogliere le sue cose.
Mentre ci preparavamo e attendevamo l'apertura del portellone pensai a quale forza è racchiusa nel linguaggio, se un monosillabo basta a far innamorare una persona! Ora, ci si potrebbe dire che se lui non avesse usato quel pronome personale lei si sarebbe innamorata lo stesso, che cercava solo una scusa per lasciarsi andare. Ma non è così. Nelle parole che scegliamo c'è una forza, una significanza: esse interagiscono le une con le altre e creano uneffetto di senso (*).
Quel piccolo me significava - o almeno, così venne percepito nel contesto - che lui non voleva solo controllare che lei corrispondesse alla sua immaginazione ed eventualmente saltarle addosso, ma che il solo vederla di nascosto sarebbe stata per lui fonte di consolazione e di appagamento. E come non innamorarsi di uno che ti dice una cosa del genere?
-E come andò a finire?- chiesi prima che lei sparisse alla mia vista.
-Non è finita... dura da qualche anno ed è come fosse il primo mese... anzi, meglio-
Fine
(*) il concetto di significanza è stato introdotto da Michel Riffaterre, profeta dello strutturalismo francese negli Stati Uniti.
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Scritto da © Raffa64 - Dom, 30/05/2010 - 17:45
Tristezza
La tristezza mi prende
portandomi nel vortice
della malinconia
dove l'anima naviga
in solitaria compagnia!
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Scritto da © Anonimo - Dom, 30/05/2010 - 15:54
L’ago della bocca
Guarda quest’esile filo
che ci poggia un palco tra le quinte della sera:
“Esso era un bacio
tra tenuto e dato”
Guarda come il corpo di lei mantiene
gli sguardi dei maschi
fumosi.
Osservateci imbastire le bocche
con quel filo esile
a scen'aperta.
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Scritto da © ariele57 - Dom, 30/05/2010 - 13:45
il cuore vive senza logica
Illogico procedere
sulle funi stese
tra il timore del salto
e la speranza della resa
sulle funi stese
tra il timore del salto
e la speranza della resa
è in questa logica la potenza
di non recidere la corda
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Scritto da © Rossella1953 - Dom, 30/05/2010 - 13:31
Tornano a volte
Tornano a volte certe fantasie
che ci lasciano strascichi confusi
tra amarezza e rimpianto
come primavere mai sbocciate
che disperdono profumo di zagara
e stiamo ad occhi chiusi
a ripercorrere viali
passati a luci spente
ma con dentro speranze
che abbagliavano
Siamo tutti convalescenti
del passato
in lotta tra un sì e un no
per dei ricordi
Siamo tegole che lasciano
scivolare la pioggia
e quando le brucia il sole
la rimpiangono
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