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blog di ariele57

come quando un silenzio si spezza, e la marea ritorna

s'avvicina con lenta flemma
nell'attimo del nulla,
se guidata da una rosa
o dall'istinto non saprei.
solca la terra
il tenue raggio
che dall'est ha risposta,
garantisce il nascere
sul battere di ogni ciglia.
antitesi
c'è il nord ed il sud
che poi se li capovolgi
sono la stessa cosa.
e ritorna al cuore,
a lei che ripone nel suo passa
speranza e poi l'attesa.
si va su un fondo
che ha mostrato tutto
e dopo l'adagio lo colma,
l'accarezza.
e si padrona ma senza tracotanza.
con costanza regina
della sua sosta.
e sale con un moto preciso
verso l'azzurro,
come la resa dell'umile all'immenso.
e tu che sei acqua la comprendi,
le tue vene un limite,
e vorresti andare oltre
per ridiventare
dopo la piena
mente nuvola
verso il roseo occidente 

LEI non muore

 oggi ridono le iene
 sul ghepardo zoppo,
leccandosi i baffi
e si pavoneggia la cricca,
cosi scrocchia   la vita,
ma LEI è viva,solo pallidi
i colori dell'arcobaleno
si velano 
nell'istante funesto colorato d'oltraggio.
ma non scompaiono i lumi
della libera coscienza..
il patrizio dalla sua altezza
sfoga sulla plebe 
tutta la sua ignoranza
e l'unica cosa
certa 
è ricordargli che
senza il popolo
sovrano lui non governa.
il mulino fa acqua
come un vuoto a perdere
e bolle e ribolle
la stanchezza
nelle menti
che sentono solo farse.

fusse che fusse

non posso adeguarmi
al passo dell'oca
non mi dispiace
essere un verme.
si capire
oggi come allora
è voce del verbo
comprendere.

 semplice gesto
d'esistere
ed essere me stesso

non posso scordare
l'olio di ricino
sarei fritto
al sol pensiero.
si distinto
forse non è
oggi come allora
voce dell'istinto.


ma con  il semplice gesto 
di essere me stesso 
insisto
 

peter pan

nella solitudine 
l'anima si perde,
lambisce i sensi 
ricercando , 
il ricordo eterno 
dei primi intensi attimi .


ammaliata dal suo dire sento l'onda. 

a te nel rosa tramonto, che dir mai, se sai

Spillo in suol distante 
rosso,
di te ogni vena 
è ricordo, rivedo 
ogni tuo sasso incurante
che assorbe
le carezze
degli astri
e
le sole  fronde smosse
che  svelano un antro
tra l'oscuro
ed il fresco.
Un occhio
vigila
sul creato
e  un cuore pulsante
in falso riposo
è nascosto.
Mai più l'eco
importa a valle,
un gesto che
sul verso  s'appoggia.
Sulla ripida china
il muschio di dicembre
ha creato un tappeto.
Attende 

all'ulivo, aulico sentore

sulla greppia innocente
non ci fu breccia
per quel costato.
 
il sole  ad interim
dispensa
senza miraggio.
e squarcia
il legno.

tralascio una lisca nello scoglio

un foglio di colla
per non deludere
le patelle
vietate.

quando gli scogli
rifiuteranno appoggio
forse l'onda
cercherà rifugio

in qualche banco. 

viva italia

terra di mattanze
di vincoli
di speranze

terra di fuochi
e luci
di leggi, di abusi

terra di pietre scritte
di fiori recisi
di asili chiusi

terra degna di nome
che trema

ma non demorde 

a maggio mai li ritrovai, tali e quali

tale e quale sarò
sotto sale o in salamoia.
 perché sardina sono nata
 ma,volente e dolente fui

mi lucida l'alba

somnia
ragazzaccia
ora fuggi
 
 ho 
le mani a tubo
sospese
 
 dentro
 si raffredda l'alito
cercando risposte
 
un pacchetto
 di mentine  valda
 mi ricorda
mia suocera
 
 una donna
 
donne d'intesa
in una scura notte
 
si fa lucida l'alba 

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