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blog di Gabriele Prignano

Prima che vada

A vaghe ombre assassine vado sfuggendo
errando muto in cupo cielo smarrito
infida luna lenta trapana
con fioca luce capo mio reclino
ha giallo manto avvolto attorno al capo
la mia luna.
E scendo ed entro ora
e di te nutro trepidi occhi
con arse mani ad arsa bocca offro tua polpa

Sempre

Quando sorride il sole e ride il cielo
o plumbeo manto di minacciose nubi
su terra riversa sabbia e rabbia ardenti
e quando il mare gonfio
grandi ali d’acqua solleva
rapaci
o improvviso scompare e a noi mostra
nudo crudo letto e lutto di marina vita
io t’amo e t’amerò sempre

Giorni lontani

 
Giorni  lontani
Affannato rincorro giorni lontani
quando nudo tuo corpo apparve
a muto sguardo

Tu, amore

 Nel roseo Letto di rose e Rosei Aromi
dolce cedro ho piantato
per te
Ancora urlo e il Che t'amo
di incontinente amore Ancora io t'amo
t'amo nell'ombra muta di notte Buia
  e cinguettanti allodole danzanti amo
Su esultante petto
e ombre e Luminose scie
frutti e spezie vaganti

Sogno

occhio.jpg
Suono io adoro dei tuoi passi
lievi come foglie di luna        
e il mio cuore balbetta
quando incontro i tuoi occhi
quando a me ti stringo
e quando bacio tenere tue labbra
dal sapore di latte
mentre mia mano tremante  vaga
su sospirato grembo.

Un rosso fiore

Sapore di ciliegio le tue labbra
e miei i morsi di sapidi profumi
ora da boccale bevo nettare fluente
veloci sono i baci e lievi  le carezze
come vento nascosto in tua chioma dorata.
Tocchi amorosi erranti
inebriano la sera
e pulsa gioioso e in fretta mio cuore
in fuga da esitante  petto

In spazi deserti e sconosciuti affondo

se tu non sei, se vai
se solo e freddo io resto
in taciuto sepolcro di tormentata terra .
Cosa farò io solitario in solitario orto
ove solo amara pianta di antichi sogni  tende
ingiallite fronde e inesistenti frutti? 
Dimmi!
sperduto bacerò umida zolla
ove tenero piede passando

Amanti

Dov’eri, tu, quando perduto erravo
tra scogli e nubi
in riva a  furibondo mare?
quando di pesanti  passi
(rovinoso tuffo di bronzi in mare aperto)
in mare di terra scavavo
tracce tremanti?
A te pensavo e cieco a viandante
cieco e chino chiedevo
tuo nome
e di te e di tua ombra morivo.

Dammi donna

Dammi donna di tuo felino aspetto
tenera voce di soavi grazie
dona succhi e frutti e palpitanti aromi
docile tuo corpo
a genuflesso uomo
e liberami dal male
lascia che beato vada
lungo strade dorate di tue virtù.
Concedi a me che tremante busso
a secretale porta di divina terra 

Solo e lontano

E’ sempre notte
ora che lontano sono in solitaria terra
ala di nero buio macchia mia vista
e te nasconde
e nuoto in insano vuoto cercando
occhi di perle smeraldi
ridenti brillanti
gocce di sole spillate da seno
superbo ritroso
antico sapore d’amore.
Galoppo sfrenato di zoccoli duri

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