blog di mario calzolaro

Ora ti chiederai dove

e cosa conclude questo dire e guarderai verso un punto

nell'Infinito.

Sarei rimasto con te se l'avessi voluto

E si spezzò/ quando l'ultimo filo fu reciso

e, profumo d'edera nelle vene/ si aprì il fianco

e inestinguibile sete ne ebbe ragione.

Poi ti dirò/ di fossi profondi

quando sul finir del giorno

rubavo grani di luce/ al sole calante

 

Poi ti volti e trovi il ghigno sarcastico

 di chi prima ti sorrideva bonario

Trovi l'ascia dell'Indiano Metropolitano folle

Germogliava nel petto come fiore di serra

  e ancora e ancora si inondava di luce

quell'angolo buio che non conosceva suono.

Una scala a scacchi dopo la Pioggia

 

Una foglia ancora verde  oscilla nel vento

che la porta a imputridire nella guazza.

Non lo udimmo il rumore nè i gemiti e il pianto

In fuga dal cielo

  alla ricerca di una realtà negata

 

lodi virtuali

per una presa di tabacco

Tra le rime del tempo/ sei confusa

  e passi sull'erba/ e sui germogli/

sei solo il rimpianto di giorni perduti/

Lungo le fughe del ponte/ nella nebbia

  corre il brivido di un tempo/ che immemore

  continua a scivolare/ lento