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blog di Piero Lo Iacono

Asserpolato (Emigrato interno)

 
 
Le ginocchia stringo tra le mani
e vi accosto le orecchie.
Poi i gomiti alle costole.
Inanellandomi m’invagino
come per origliare e auscultare
dietro una parete di pelle e carne,
come per snidare un folto annidarsi.
 

Via dell'Incarnazione

 
È una strada che inizia con una chiesa
e finisce con una moschea in un vicolo
accanto ad una sinagoga….
È una strana strada
Via dell’Incarnazione
che si dipana tra pagode,
buddisteri e confucionali.
 

Non credere alla gentilezza dell’acqua!

Non credere alla gentilezza dell’acqua!
Alla blanda soavità dell’onda.
Al suo sdrucciolo scintillante lisciore.
Al torrente che si finge benevolente.
(Ma non diventare idrorepellente!)
 
Non credere alla mansuetudine delle rose.

IL taglio dei rami

Uccide le radici il taglio dei rami.
Uccide fin là dove abita
la talpa coi suoi inutili occhi.
 
Il taglialegna da lontano
mi scorge e in segno di saluto
brandisce l’ascia come un fazzoletto.
Io lo ricambio.

Coi piedi sopra i gigli

Coi piedi sopra i gigli
e il cuore tra i papaveri
passerò così
la domenica notte.
 
E prima che il domani si palesi
rivelato dalla luce,
getterò rose sul tavolo in cucina.

Roseti o spineti?

 
Rose offese
da una coppia di innamorati
che le ha chiamate
“erba odorosa d’una sola stagione”.
 
“Erba che odoriamo non siamo!”
Mormorò con la stesso furore

E c’è chi fra di noi imparò a miagolare

E c’è chi fra di noi imparò a miagolare
per poter parlare con qualcuno.
 
Una bambina balbuziente
diventò la migliore amica
di un pappagallo chiacchierone.
 
So che le parole possono essere chiavi.

Dietro direzioni mai prese

Dietro direzioni mai prese.
Una losanga di lusinghe mai diramate.
Crisalidi di attese sospese.
Carichi pendenti.
Limbi sonnambuli.
 
La recita del criceto.
La sua corsa a vuoto
dentro una ruota finta

Ho sognato la parola che al meglio ti disegna

Ho sognato la parola che al meglio ti disegna
e ti consegna a chi non ti conosce.
 
L’introvabile parola
che cercavo per ritrovarti.
 
Ma per gradi di compimento m’illudo di raggiungerti.
Il tuo nome è un sigillo svanito.

È Blake che vide

È Blake che vide
(forse in visione)
i funerali di una fata
stesa su una foglia rosa
tra i canti di elfi e silfi
in processione.
 
È Puskin che vide
i suoi demoni nel bosco
seppellire un folletto

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