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Alle sei del mattino

Erano le sei del mattino.
Le sei di un triste mattino.
Urlavano di uscire tra spintoni e sputi.
Cadde due volte a terra
sempre si alzò
solo perché il dolore
pensava: “Mi rovinerebbe il cuore”.
 
Erano le sei del mattino.
Chiese di chiuder la porta
e ridevano come i pazzi
alle sei del mattino.
Volavano le chiavi nella polvere
alle sei del mattino.
Pare che vicino al pozzo
alle sei del mattino
chiedesse di piangere.
Le donne pregavano sottovoce
che su quell'ultimo verso di strada
a quell'ultimo pozzo
sempre ho pensato
luna lunera non v’era… purtroppo.
 
Quell'ultimo verso
tra vita e cielo, meritava il cielo
e il cielo lo accolse.
Erano le sei di un triste mattino
quando il tarassaco fa i fiori
e i sogni se ne vanno
nel soffio del vento del sud
ardente e bruno.
Alle sei di quel mattino
il sole apparve, poi si perse nel profondo
di quei colpi. Come morisse il giorno.
 
Manuel, Joaquin, Dioscoro e Garcia
erano lì piangendo sommessi.
Si piegarono in ginocchio 
e Granada era solo un puntino.
Fuentegrande aveva donne
dietro alle finestre che sgranavan rosari
e le dita erano lacrime
…alle sei del mattino.
La spagna piangeva in silenzio
alle sei del mattino.
Il mondo si piegò attonito
alle sei del mattino.
La storia ruggiva alle sei del mattino.
Alle sei di quel triste mattino.
 

Angelo custode

forse ti ho avuto sempre accanto
silenzioso, discreto osservatore
quando cristalli di lacrime in pianto
affogavano gli scampoli di un amore
 
quando stravolto dalla tracotanza
esibivo il suo cuore come trofeo
e sul letto sfatto della mia stanza
cingevo la sua anima come pareo
 
ha lasciato il mio cuore tra le spine
con un sorriso la giusta vendetta
ha avuto e con uno scialle di trine
ha coperto la ferita ormai infetta
 
ora so che eri sempre al mio fianco
hai salvato quel poco del mio amore
rimasto dopo la lotta quando stanco
ti cercavo tra le pieghe del dolore
 

E nell'ultimo silenzio

Le due porte

 
Si aprono
le enormi e confusionarie
porte dell'essere
In contemporanea
a quelle pacate
del non essere.
 
Quale scegliere?

Il ciottolo

Il lago del sangue
dice a volte
che non ha esito
questo frastaglio
di velleitario pensare
nonostante la vita.
 
Paradosso inusitato e
sonaglio
che ti frastuona ai cristalli
di lustrata sinfonia
fin dal mattino.
 
Esondano novità
incantesimi e perdite
continui
screzi e insulti
a pigro supporre.
 
E' un gettare ciottolo
su un'acqua cheta
e vedere come butta:
cavalloni o rigoli
bottini od occasioni
rinascite
o catorci di tedio
domenicale remake
palinsesto estivo.

Emozioni

 
il pesco rosa
indossa effimeri
lievi abiti.
 
 
salva la voglia
o non sarai nessuno
a questo mondo
 
 
prega il cielo
che soffi vento di
pace ancora
 
 
il vento spoglia
dal candido velario
la cima bruna
 

recita il maltempo

su mille perché e come
in bolle senza più aria
cantano colleriche 
 le aquile sui dirupi,
hanno perso gli artigli
ruotando forsennate
le ali rotte.
senza più forze 
si lanciano a terra
sui nidi vuoti
frantumandosi.
le arpie ridacchiano
ad occhi  socchiusi
e vedono rimpicciolirsi
gli astri. 

Le mie mani.

mi soffermo a guardarle vincendo il dolore
ricordo quando bastava un cenno degli occhi
perché si muovessero agili tra colori e pennelli
mirabilmente ritmiche col plettro della chitarra
 
ora l’ingiuria della vita e degli anni vi hanno ferito
niente è più come prima, vivete di vita diversa
aliene ad ogni sollecitazione, ribelli alle consuetudini
non riconosco il vostro vagabondare distratto
 
strane prosecuzioni di arti a volte dolenti
irridete malvagie alle piccole grandi difficoltà
compagne inevitabili, benché ormai mi sia negato
persino il ricordo della vostra abilità
 
le mie mani?
 

Immagina.

Non posso immaginare
un uccello senza piume,
un fiume senza letto,
una spada senza l'ensa.
Pensa ad un mare senza onde,
le fronde senza il verde.
Perde i suoi colori l'aurora
senza il sole nascente,
la terra senza il nucleo incandescente
sarebbe morente.
Senza corpo non c'è ombra,
immagina un bambino senza sorriso,
immagina gli angeli senza paradiso,
immagina me
senza te.
 
 

Grillo Camillo direttore d'orchestra.

Musicisti:
Grillo Camillo grillo canterino professore di violino.
Rino Saltamartino al mandolino
Rosetta Cavalletta alla trombetta
Gedeone Calabrone al trombone
MariaClara la Zanzara alla chitarra
Vespa Lucia alla batteria
 
Voci:
Liala Cicala Soprano alla Scala
Pino Maggiolino Tenore sopraffino
 
Coro:
Rane e Raganelle
 
Pubblico in sala:
Flora e Fiorellino: una bimba col fratellino
 

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