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Un Nuovo Canto

 

Tutto si ripete nel tempo immobile ed il suo abbandonarsi
come lieve orma sulla neve bianca
Tutto si solleva come un caldo pensiero che sinuoso ondeggia
fra le note di questo nuovo canto

Ho luci accese nel mio presente
Ho fragranze di istanti appena nati a reggermi la memoria
Ho Religiosi silenzi ritrovati in un niente mai tornato

...e mi trascino nel palpito del mio petto
fra gli echi di questo violino e le sue note di notte
...e mi trascino fra le corse di ricordi lontani
come quando si aspettava lo sciogliersi della cioccolata

Ho fra le braccia un Nuovo Natale
Ho nel camino un Fuoco appena acceso
e fra gli schizzi di luce emanati dal Miracolo
ammiro il Riflesso incandescente
di una Donna che Brucia di Nuova Vita

-Runa-

Sono una renna ubriaca

Sono una renna ubriaca
con le corna troppo lunghe
per colpa di una moglie
che si finge gelosa
per colpa di un destino crudele.

Sono una renna si
una renna
con il pelo delicato
un mantello da far invidia
a un industriale del borgo
ma è mio
e non lo lascio nemmeno
in prova
al figlio degenere
di quel cornuto
che sputa sugli stranieri.

Sono una renna giocosa
colpita dal complesso d'Edipo
fuggita alla sua emozione
per colpa di un depravato
che mi faceva lavorare
come un dannato
un pancione barbuto
uscito dalla quinta strada
o forse da un romanzo di Dostojevsky

E bevo per non pensare
per non amare
e per non ballare
che i Lapponi danzano
troppo
troppo sul finire del giorno.

Bevo vino di Francia Corta
ma non disdegno nemmeno
un Primitivo di Manduria
perchè sono una renna clandestina
ma mai cretina.

Finchè goccia non ci separi

 

Oltre il tempo…oltre lo spazio…
Finchè goccia non ci separi.
Io che d’amore non fui mai sazio
E tu che in me cercasti ripari.
 
 
Oltre lo spazio…oltre il tempo…
Varcando insieme l’ombra dell’oblio,
Restando immuni alla forza del vento
E cercando un calmo fiume o un rio
 
In cui non ci sia oggi né ieri né domani
Ma solo noi nella nostra essenza,
Custodi di segreti da svelare
 
Noi, indomiti spiriti da domare
Col fuoco e col ghiaccio, senza
Del cuore svelare gli arcani.
 

William Blake

cielo riflette l’occhio
interiore che veste
luce
 
specchio
d’azzurro dimora di
cherubini a te
benevoli
 
 
© flymoon

Spolia opima.

 
 
Noi che scrivemmo dogmi come si parla al vento
al vento di cui si avrebbe saggio timore
se si capisse la forza delle sue mascelle
quella grazia convessa che spolvera il trifoglio
o la follia delle fiamme che arringano i pompieri.
 
L’arguzia della giravolta che un seme ospita
dovrebbe un clamore
nei circhi tra gli acrobati
che non sanno di quei volanti nel bosco.
 
Eppure no.
 
Toglieremmo il ruolo all’universo
quando caduti
fossimo noi il centro della sua morte contingente.
 
Ma no - che dico! - scopiazzo sorti
e ingiurio i cupi.
 
Si abbia almeno un serio animo
variegato di dubbio.

Natale

A tutti un augurio di...

                                    

 Nel caminetto acceso
ardono i ceppi...
Avvolta da un caldo tepore,
rianimo il fuoco...
Illumina la stanza
uno scintillante abete
di sogni carico...
E' calda la notte,
ma fredda la speranza
che fuori avvolge
i cuori:
triste istante
che l'anima prende...
Lontano,
in una grotta,
tremante un bambinello,
tra le mani stringe
un desiderio...

Natale

A tutti, anche se con lieve ritardo, un augurio di...

                                   

Nel caminetto acceso
ardono i ceppi...
Avvolta da un caldo tepore,
rianimo il fuoco...
Illumina la stanza
uno scintillante abete
di sogni carico...
E' calda la notte,
ma fredda la speranza
che fuori avvolge
i cuori:
triste istante
che l'anima prende...
Lontano,
in una grotta,
tremante un bambinello,
tra le mani stringe
un desiderio...
 

E quelli che su di noi

E quelli che su di noi
calano il filo a piombo.
O quelli che usano coriandoli tutto l’anno.
La colonna deve rastremarsi.
Il cuore fare dieta.
Alla mano fu proibito di riempirsi il cavo di neve,
di raccogliere tizzoni e sughero
e di nascondere i semi di pomodoro
nella greppia e nei cespugli di lappola.
Proibito di conservare le mosche nella bottiglia,
le punte dei capelli nel cuore di vetro,
i rametti di corallo nel vaso di fiori,
le pietre avvinte di edera morta nei cammei di swarovski
e di scrivere nella carta vetrata della roccia smossa,
nella pasta di mandorla stesa sul legno.
Murena che ascolti il fiato degli scogli.
L’onda ti illude di durare.
Le carezze graffiano.
E una pioggia amniotica piange
su cadaveri di pesci coi polmoni.
 
31-7-2002

per cominciare

Due parole,
un verso,
un sorriso
e una nuova giornata
che apre lo sipario dell'Oggi

Arte

Se la Signora m'obbliga ad alzarmi
che quasi dormo e sono altrove
non mi resta che obbedirle e scrivere.
Ora pare aver tempo per me
non posso negarle il mio amore
prima che m'abbandoni.
Se sposarla giovasse a tenerla qui
direi un milione di sì
e resterebbe.
E' libera invece di andare e tornare
con preziosa andatura,
 di tutti e di nessuno
è una nota o forma pura,
parola e colore,
magari pensiero che in cerchio si compie.

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