Accadde sull'isola dei famosi - 7^ puntata - | Prosa e racconti | Adriana in una stanza | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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Accadde sull'isola dei famosi - 7^ puntata -

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SESTO GIORNO
 
 
Nell’occhio del ciclone il sole sembra  un  gioco   di  luci ed ombre cinesi. L’aurora impallidisce il paesaggio in una calma provvisoria. Sebbene stremata, Ottavia,  come al solito, fu la prima ad aprire gli occhi e ad  affacciarsi  fuori dalla  caverna    dove fu raggiunta dal Messeri.
- E’ finito…- disse la ragazza.
- No, è solo che siamo nell’occhio del ciclone. Fra poco riprenderà.- rispose Messeri.
- Come faranno per venirci a prendere?-
- Sulla Mesa ci dovrebbe essere lo spazio per far atterrare un elicottero.-
- Poi ognuno per la sua strada…-  disse Ottavia.
- Ma più in avanti le strade potrebbero incrociarsi…- fece Messeri.
 
Il gruppetto non si mosse dalla caverna che offriva un sicuro riparo. Con le vivande paracadutate si cibarono abbondantemente, compreso la Cortesini che aveva ripresa conoscenza.
 
SETTIMO GIORNO
            
                                                                        Il sole, dall’alto, oltre spessissime nubi, osservava impotente la violenza del ciclone che ormai infuriava sull’isola. Accadde che l’impeto del vento e della pioggia provocarono una grossa frana proprio al di sopra della caverna dove aveva trovato riparo il  nostro gruppo che vi rimase imprigionato. – Dall’uscita principale non si passa più.- disse Riccardo. –Occorre cercare un’altra uscita, se c’è.- aggiunse il Messeri.
 - E…se…non c’è?- chiese angosciata Maria Kramer.
Messeri eluse la domanda e disse: - Cerchiamo!-  
Lasciarono la Cortesini con la Bradè e si avviarono per il fondo della caverna. Si trattava di un cunicolo profondo e scuro, leggermente in salita, pietroso ed umido per una falda acquifera che l’attraversava. Riccardo e Giovanni, muniti di torce  elettriche, guidavano la spedizione a passo misurato ed attento. Ad un certo punto il cunicolo si diramò in due e così fece pure il gruppetto. Da una parte andarono la Kramer, Williamson e Riccardo; dall’altra Scippacercola, Giovanni ed Ottavia. Cammina e cammina, il primo gruppo si accorse che non c’erano vie di uscita, così tornò indietro per ricongiungersi al secondo gruppo. Intanto Rita, che  era rimasta con la Cortesini, udì un lungo lamento tra l’infuriare della tempesta. Pensò subito che si trattasse di Hower, scomparso tempo prima e per questo si avventurò fuori tra vento e pioggia. Riusciva a malapena a camminare tenendosi ai rami degli alberi le cui cime si inchinavano alla furia della tempesta. Avanzava a testa bassa ed in posizione obliqua quando d’improvviso la strada le fu sbarrata da un essere bestiale i cui lineamenti, data l’oscurità dovuta al maltempo, non le furono del tutto evidenti.
L’essere, con un fendente di una mano palmata e squamosa, le staccò di netto la testa senza  che la donna emettesse n solo grido.
Giovanni  ed  Ottavia ebbero maggior fortuna: attraverso un cu                                                                                         -nicolo strettissimo nel quale  ci  passava a malapena  una   persona   per  volta,  trovarono  una                                via d’uscita.
                                                                
 Da    Tahaa si collegò Germana:- Attenzione! Vi comunico che domani un elicottero sarà in grado di alzarsi in volo e venirvi a prendere sulla Mesa di de Orillanes.-  Dall’isola tutti scoppiarono in un fragoroso  “Urrà!” e da Roma Wilma e Giorgio urlarono: - Forza ragazzi!!!-
Anche il pubblico da casa manifestò la sua soddisfazione con tante telefonate alla Rai. Il gruppo, attraverso il paso de Cortez, si portò a pochi metri dall’altopiano della mesa, ma questo era ancora spazzato   da venti tanto violenti da sollevare il fango che la pioggia aveva impastato in terra. Per fortuna trovarono un’altra caverna, un grosso anfratto scavato dal tempo nella roccia e vi passarono la notte. Una notte fredda, tempestosa, durante la quale echeggiarono gli stessi versi che aveva sentito la Bradè,  Un specie di ululati brevi e strazianti apportatori di angoscia si succedettero per l’intera nottata. Ombre sinistre furono  filmate  dallo   Scippacercola   e  trasmesse
negli studi di Roma e di Tahaa.
- Eccezionale!!! – esultò Dominghetti – Sembra un film di fantascienza! –
- Dove, però, la gente muore sul serio…- intervenne un tecnico.
- La gente muore lo stesso. Almeno qui muore con audience!-
- Colonel Davidson, what are those monsters? – chiese Germana da Tahaa.
-Uh, sorry, I can not explain. secret military
 

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