Scritto da © Mariagrazia Tum... - Dom, 22/01/2012 - 11:51
strade strette
d'orrore lastricate,
riverbero del nulla
attaccato al bigio cielo,
orpelli d'occhi
a guardare i capelli nudi
franti su bottiglie
rotte
per inedia spinta,
appeso al collo
il cappio perenne
che invola d'obitori
e messe invocate,
tra le gambe il ricordo
del puzzo
di quelle mani stantie
sul corpo ribelle,
ch'ora risuoni nell'aria
come campana a morto,
nel fulcro
di un pezzo innevato
su terra immobile.
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