Come una sigaretta

 

 Al buio, il rosso di una sigaretta appena accesa,
brilla intermittente seguendo la ritmica cadenza
di rosee labbra carnose strette all'estremità
di quel filtro nervosamente mordicchiato,

dal quale avidamente aspirano razioni di caldo fumo
a riempire polmoni in trepidante attesa.
Una sigaretta per placare i morsi dello stomaco
che reclama una costante razione di veleno
e che dia allo spirito un momentaneo illusorio appagamento
a riempimento di quel vuoto che senti dentro e che ti divora.
L’impronta del rossetto si stampa indelebile su quel filtro martoriato,
e mentre la brace arde, il fumo si espande per la stanza buia
disegnando nell’aria fluorescenti figure
di inquietanti quanto affascinanti fantasmi.
Quel puntino rosso continua lento ed inesorabile la sua corsa verso la fine
consumando quel tabacco che diventa brace e poi cenere
e quella sigaretta si consumerà tanto velocemente
quanto grande è il desiderio di appagamento.
Da lì a poco resterà solo fumo e cenere
e quando, della sigaretta ne resterà il solo filtro,
un nuovo vuoto prenderà il posto di quello appena appagato.
Quel filtro bagnato, torturato, intriso di veleno, ormai inutile,
finirà tra altri mozziconi precedentemente spenti
in un maleodorante portacenere che presto sarà svuotato.
Non resterà più nulla di quella sigaretta
che per una frazione di vita ha dato l’illusione
di riempire un vuoto atavico che ci accompagnerà per sempre

Sono io una sigaretta inerme in attesa di essere consumata
dalla brama di appagamento di chi,

con mano tremante e nervosa, mi estrarrà dal pacchetto
e quando toccherà a me, vorrei solo spegnermi,
prima di consumarmi del tutto.