Scritto da © Ezio Falcomer - Mar, 15/01/2019 - 09:47
È il silenzio che cerco dal mattino
il mio faro per il giorno,
per le tenebre sotto il sole.
Io malato di nevi e pietre,
di larghi laghi sotto il mare,
vado pellegrino impazzito
e canto il paradosso.
La mia melma è a buon punto,
la scure ai piedi dell'albero.
Il ruggito dell'aquila annuncia
la carestia prossima ventura,
il bordo di catastrofe
su cui camminano le nostre vite.
Ho male, ho male all'anima.
Voglio tentare un ultimo assaggio,
fallire ancora una volta
e poi involarmi, dileguarmi nel blu,
nel centro della domanda,
nell'arcano idioma di perle e bambù.
Sparire e diventare silenzio d'amore.
il mio faro per il giorno,
per le tenebre sotto il sole.
Io malato di nevi e pietre,
di larghi laghi sotto il mare,
vado pellegrino impazzito
e canto il paradosso.
La mia melma è a buon punto,
la scure ai piedi dell'albero.
Il ruggito dell'aquila annuncia
la carestia prossima ventura,
il bordo di catastrofe
su cui camminano le nostre vite.
Ho male, ho male all'anima.
Voglio tentare un ultimo assaggio,
fallire ancora una volta
e poi involarmi, dileguarmi nel blu,
nel centro della domanda,
nell'arcano idioma di perle e bambù.
Sparire e diventare silenzio d'amore.
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