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Firenze

Ed io t'ammiro qui da una collina
dei tuoi dintorni, città tanto amata,
che appari nella quiete mattutina
fra cumuli di gloria ricordata
 
nel mondo intero, per la tua bellezza
e un panorama ch'è da mozzafiato,
io da quassù ti faccio una carezza
ripensando a uno splendido passato.
 
E vedo Dante passeggiar sul ponte
del tempo nel qual guelfi e ghibellini
a battagliarsi stavano di fronte
e neppur neri e bianchi eran vicini.
 
E pure vedo io passar Giuliano
con Lorenzo de' Medici fratello
mentre in carrozza scendono sul piano
che porta a Cafaggiolo, nel Mugello.
 
Ironico mi appare Machiavelli
il grande cancelliere di Fiorenza,
uomo d'ingegno ai massimi livelli
che del Principe scrisse la potenza.
 
E incontro tanti altri personaggi
ma tutti non li posso salutare
i poeti, i filosofi, i gran saggi,
nobili mecenati...è un gran passare.
 
E allora mi distendo nel pensiero
a guardare il tuo dolce panorama,
città che dentro a te porti il mistero
del troppo amore che ha per te chi t'ama.
 
Una breve precisazione storico... logistica. Quando parlo di “bianchi e neri” alludo alle due fazioni nelle quali si scontrarono gli stessi guelfi, quando rammento Cafaggiolo mi riferisco allo splendido castello della frazione mugellana, che praticamente era “la casa di campagna” dove i componenti della famiglia de' Medici si recavano per respirare... un po' di quiete. Quel castello l'aveva progettato un architetto “specializzato” in case popolari”, un certo Michelozzo...
 
 
 
 
 

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