Gelatina

Con voce stridula, i nervi del collo tesi come corde d’arco scagli i tuoi sibilanti insulti alla mia povertà di carattere. “Smidollato! Mezzo uomo! Non hai nemmeno un coglione, non dico due. Uno sarebbe almeno il minimo sindacale, per fottermi!” Ho esaurito quella paziente calma che mi impedisce di replicare violentemente, ma contengo l’istinto. E’ vero! Hai ragione: sono morbido, privo di quella sequenza di vertebre necessaria a camminare eretti, a guardare gli altri negli occhi, a possedere idee personali ed originali. Ho spalle ricurve come se tutta la pusillanimità del mondo incombesse sulle mie vene. Non sorrido mai. Pessimismo obsoleto e timidezza naftalinica mi impediscono di divenire ciò che vuoi. Tuttavia, ti rammento che quando impreziosisci di zuccherini cristalli il mio membro eretto, come gelatinosa caramella, il tuo proferire rancore acuminato svanisce e si cheta silenzioso. Sarà perché hai la bocca piena?