Il sogno - Prima infanzia d'Iginia | Prosa e racconti | Giuseppina Iannello | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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Il sogno - Prima infanzia d'Iginia

Ed è il mattino: Antonio si risveglia: sa di aver fatto un sogno singolare: un giardino gli è apparso in riva al mare, vicino al porto, con la Madonnina... E' un bel giorno di sole... Nino ha dieci anni: non è andato a scuola, trascinato dall'onda dei ricordi.
In quel giardino, vicino al cancello, ferma, alla soglia dell'età matura, Antonio riconosce la sua mamma:
Pallida e bella, proprio come allora, un fior di cera, cui mancò il cristallo, la mamma, nel vederlo dice: “Nino...”
Nino va verso lei, come un fringuello: “Mamma, sei viva?”
Le bianche membra, scioglie, al caldo petto ricadono le chiome, raccolte sulla nuca. A sé accostando il figlio, e prona sui ginocchi, sul viso lo accarezza, poi gli dice: “Figlio, l'amore supera la morte. So, che mi pensi sempre... Anch'io, lo sai? Non le ho dimenticate le dolci tue bugie... Per non andare a scuola mi dicevi: 'Mamma ho la febbre...' Ti rispondevo: 'Resta dove sei...' E quando eri da solo... Immergevi nel te l'apparecchietto... 'Figlio, hai ragione...' Ti dicevo aspetta... E riguardati sotto le coperte...”
Sul filo dei ricordi, umidi gli occhi, Nino le dice: “Mi ricordo sempre... Temevi il freddo e tutte le intemperie: quando pioveva, mi dicevi sempre: 'No, non ti alzare, resta dove sei... Piove a dirotto... Senti come piove?! Speriamo che fra poco, esca il sole... Ma il buongiorno, si vede alla mattina... E c'è un tempo da orbi...”
E Nino s'interrompe... La mamma lo comprende: “Vieni, ti porto al mare, prendiamo un po' di sole”... S'alzano dalla panca, prendendosi per mano; la mamma ora gli dice, la voce sua normale: “Il mio pensiero è sempre a voi rivolto; onorate Maria che è buona e saggia e prendi per me in braccio il più piccino... Che pianse tanto, e ben me ne rammento... Prendendo la manina il sacerdote, gli disse: “Non vuoi, dunque baciare la tua mamma?” Gli rispondeva: “Non ti rispondo perché sei cattivo: ti sei portato in cielo la mia mamma...” “Vi vedo sempre...
Fra le nipotine, Iginia mi assomiglia: anch'ella teme il vento, la pioggia... Le intemperie... E piange sempre, se non vede il sole... Fra qualche anno scriverà poesie... Sarà poetessa nell'età matura... Ma tu, non la vedrai... A Iginia sembrerai muto e distante... Però il cuore non mente... Tra le tue braccia, un dì come una volta, volare la vedrai... Lei capirà che le hai voluto bene e tu saprai ch'eri nei suoi pensieri...”
Era soltanto un sogno, ma è bastato...
A sconvolgere Nino, che turbato, cerca di stemperare le emozioni: pensa ai commenti dei suoi familiari, la sera avanti... Pensa a le parole del fratello minore: “Messina, l'hai lasciata... E più non ti appartiene...”
Risponde ad alta voce: “Tienlo per te, il concetto: di mamma, ce n'è una: sotto lo stesso tetto, ci ha partorito insieme... Rifletti, dunque, e sappi, che siamo di Messina.”
Iginia, entra proprio in quel momento: “Papà che ti succede?” Il papà tergiversa: “Hai fatto un sogno? Non hai dormito bene questa notte?” Risponde Iginia: “Ho fatto un sogno... Strano e se mi ascolti, io te lo racconto: era d'inverno e c'era tanta neve... Ma io sognavo un prato con le viole... Era d'estate e c'era tanto sole... Ma io sognavo solo un po' d'amore.” Iginia s'interrompe: papà la stringe a sé: “Hai fatto un sogno bello che quasi mi riporta alla mia infanzia...”
Sulle ginocchia, il babbo ora la prende e dice una poesia: “Lenta la neve fiocca, lenta, lenta...
senti una zana: dondola pian piano...............................................................................................”
Iginia guarda il suo papà, contenta... Con voce trepidante, gli domanda: “Me la puoi dire, un'altra volta?” Papà risponde: “Presto, a scuola andrai e la maestra te la può insegnare... E ti dirà, se vuole, anche qual cosa su chi l'ha scritta.” Ed Iginia, notando il suo fervore, chiede semplicemente: “E' di Messina?” “Pascoli? No, romagnolo, ma sappi che Messina l'ebbe in gloria...”
Ora Iginia, è contenta, ma si chiede: “Perché papà, hai tu tergiversato? C'è qualcosa, che tu non mi vuoi dire... Ma io comprendo ora, i tuoi pensieri... Ieri tu non sapevi cosa dire... E pensando a Messina, ti chiedevi: dove son stato prima d'oggi? Questo, ho capito dalle tue parole, allora che, entrando stamattina...
Dicevi ad alta voce,
ed eri solo...
Siam di Messina!...
Io ti capisco, da quello che dici...
La mamma, sempre, dalle sue canzoni...”
Iginia sta crescendo e, d'ora in poi, annoterà nel cuore i suoi pensieri.
 
* dal libro: "Uno smeraldo tra l'azzurro" *
 

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