Il mio lato B

Eliminate ogni pensiero pruriginoso cui il titolo potrebbe condurvi. Alcuni di coloro che mi leggono avranno un’età anagrafica che ha loro consentito di ascoltare musica incisa su dischi di vinile del diametro di sette pollici vorticanti sotto la puntina, che ne percorreva i solchi, ad una velocità di quarantacinque giri al minuto. Generalmente, sul lato denominato A, era stampato il brano musicale destinato al successo, invece, il retro, il cosiddetto lato B conteneva quello ritenuto di scarso accoglimento tra il pubblico. Tutto ciò per raccontarvi che io, come tutti del resto, posseggo un verso, oltre ad un recto. Un episodio su tutti. Un’amica mi accompagnò ad una festa. Decidemmo che mi sarei abbigliato come una donna fatale: tubino nero al ginocchio, spacco alla coscia destra sino all’anca, calze a rete nere, parrucca castana e trucco deciso. Nessun imbarazzo. Molti corteggiatori. Occhi femminili curiosi. Carezze da ogni lato. Ricordo ancora una frase maschile: “Possono le sue colorate labbra toccare il mio pallido viso?” Il seguito lo affido alla vostra immaginazione, con l’avvertimento che può capitare che entrambi i lati conseguano il medesimo successo ovvero il verso incontri maggiore favore del recto. Ciò che importa è che il vinile prosegua nel suo girare per allietare le anime di carne che si fermano ad ascoltare, la voce del padrone.