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Molto meglio il chupa chups nel film di Brass (versione finale di: Mi ha scritto Caterina, abbiamo chiarito)

<<Mi ha scritto Caterina, abbiamo chiarito.>>
 
(Fuori la neve scende copiosa, il vecchio con la barba bianca, zigzaga con la slitta tenendosi il berreto con la mano destra. Le ciaramelle intonano lamenti. Lontano paesaggi surreali, piste da sci).
 
<<Si?>> Mi rimane questo dubbio fra lingua e laringe o gola, sospeso "si?” forse steso più che sospeso, sulla fronte, davanti a dove conservo i pensieri recenti.
Com'era possibile che Caterina le avesse scritto e chiarito, lei che non scriveva a nessuno, così riservata, seria, e poi per quale motivo avrebbe scritto proprio a Ella?
 
(ho voglia di qualcosa di dolce, fortuna un mon cherie, l'ultimo di una scatola da 4, lasciato per creanza dagli ospiti ieri sera)
 
<<Mi ha scritto Caterina, abbiamo chiarito.>>
 
 
Lo aveva detto a me per darsi ragione su quella cosa in cui di nuovo aveva sbagliato, però ... strano che Caterina le abbia scritto. 
 
<<Mi ha scritto Caterina, abbiamo chiarito.>>
 
Mi faccio due domande, mentre accendo la seconda sigaretta, ricevo tre risposte: alludo... sarà forse che ha scritto Ella a Caterina, lei scrive a tutti per chiarire o imporsi e Caterina di risposta per liquidarla o presa da momento post pietismo, le ha scritto,<< non preoccuparti, abbiamo chiarito>>.
 
Ma se avessi scritto io per primo, direi che m'ha scritto Caterina?
 
È che se dicessi: ho scritto a Caterina, vorrebbe dire che mi sentivo in colpa per qualcosa e quindi ho deciso di scriverle, ma se mi ha scritto Caterina, io sto a posto.
 
Sono troppo intelligente, è questo il mio problema.
Il fumo sale dai lati e dal centro della mia bocca, sono avvolto da un alone di mistero e nicotina.
 
Scrivo a Caterina.
 
(penso di usare un qualsiasi motivo per giustificare la mia lettera, sarò fluttuante e ondivago per non farmi prendere da frasi dirette)
 
 
<<Mi ha scritto Caterina, abbiamo chiarito.>>
 
Mi infilo i pantaloni, metto una camicia, Pietro e Corrado giocano in soggiorno. Mia moglie lava i piatti.
Santa donna.
 
 
Sento un rumore che mi distrae: come di un vaso che precipitando dal tavolo, si schianta sul pavimento. Vetri. 
Abbaiano con furore Pietro e Corrado... 
non volevo un cane, figurarsi due.
 
 
<<Mi ha scritto Caterina, abbiamo chiarito.>>
 
questa canzone nella testa, bum bum bum bum bum, di me Ella e Caterina, le corse sui prati quand'erano prati e poi fra le spighe dei campi, inseguiti dal contadino. Ella metteva un girasole fra i capelli, si riparava le ciglia sotto la corolla, m'inebriavo di brutto quand'era aperto tutto il girasole.
 
 
Menava, il can per l'aia, mordendosi la coda.
<<Vita infame>>, si diceva fra noi. Com'è difficile fare lo scrittore d'avanguardia, pensavo io.
<<Ellosò>> diceva Ella, ridendo di me, dei miei dubbi di allora.
Mi leggeva nel pensiero.
 
Aveva un chupa chups crema e amarena, lo girava schizzofrenicamente agendo sul bastoncino, fino a che ne rimaneva un piccolo grumo. Lo premeva sulle piccole labbra, ma qui mi fermo, sono troppo hot.
 
 
<Alzi la mano destra, giuri di dire la verità, tutta la verità, nient'altro che la verità! Dica lo giuro!>>
la tv al plasma 62 pollici in salotto, trasmetteva un episodio della signora in giallo.
<<Che noia>>, dissi sbadigliando.
 
Molto meglio il chupa chups nel film di Brass.
 
 
Una frenata improvvisa, è il furgone della Bo Frost. 
Non compro più surgelati, ho buttato il congelatore, era bianco, appena stondato, anni '60, la porta sembrava una pancia gonfia, dentro c'erano pezzi di arrosto, verdure per minestrone colorate, tagliate a cubetti, certune. All'apertura si veniva investiti di odori freddi, e poi abbagliati da mille riflessi artici.
 
 
<<Mi ha scritto Caterina, abbiamo chiarito.>>
 
Il tappeto ora è dei cani, stesi per metà sul pavimento bianco di ceramica d'ultima generazione. Tutto questo bianco che  circonda è purezza di latte. Però che tette aveva Ella, penso e ripenso a come danzavano dentro la maglietta. 
 
 
Il lampadario è di vetro e polvere d'oro, ha sostituito una lampadina che ci siamo tenuti per anni. Vorrei e potrei raccontarvi quegli anni, minuto per minuto, ma vi voglio bene ed evito.

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