Scritto da © Nievdinessuno - Gio, 28/04/2016 - 19:01
Solo nell’intimo
l’inverno del ricordo
è più di uno stridio
nel petto.
Un pianoforte ripete
le forme di una nota
sulle dita,
poi muto le cuce
dove si rabboccano stoffe sulla pelle,
ricami uniscono tele e spartiti
tra le punte di una forbice
che ritaglia un cappio col nero,
e dall’ombra,
unto è il silenzio
del colore di questa stanza,
palpebre che il bianco
getta tra le tende,
se socchiuse
di mille voci
raccontano storie
tra la soglia di casa,
e dal suono brilla
tra le tante chiavi
un sonaglio qualunque.
Solo nell’intimo
l’inverno del ricordo
è più di uno stridio
nel petto.
Un pianoforte ripete
le forme di una nota
sulle dita,
poi muto le cuce
dove si rabboccano stoffe sulla pelle,
ricami uniscono tele e spartiti
tra le punte di una forbice
che ritaglia un cappio col nero,
e dall’ombra,
unto è il silenzio
del colore di questa stanza,
palpebre che il bianco
getta tra le tende,
se socchiuse
di mille voci
raccontano storie
tra la soglia di casa,
e dal suono brilla
tra le tante chiavi
un sonaglio qualunque.
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