Scritto da © Franco Pucci - Mar, 30/11/2010 - 11:50
Il nero seppia della notte colava
come densa pece sulle canne
che a fatica alzavano, tra grovigli inestricabili,
sibili di dolore trasportati dal vento.
Il rumore dei passi concitati a spezzare giovani vite,
deflorava il silenzio rabbioso di un cielo impotente.
[oltre il canneto, là in una piccola oasi,
ove ogni espressione della natura
era regolata da un tempo magico,
il mio cuore in attesa contava i passi
danzando il rumore delle canne spezzate]
Con un lacerante grido di dolore
il vento mi portò l’ansimare dei tuoi capelli
sciolti nella corsa affannosa
e il candore del sorriso che sbiadiva il nero della notte,
mentre le canne si levavano in volo,
vestite di stupendi colori, come falene improvvise.
come densa pece sulle canne
che a fatica alzavano, tra grovigli inestricabili,
sibili di dolore trasportati dal vento.
Il rumore dei passi concitati a spezzare giovani vite,
deflorava il silenzio rabbioso di un cielo impotente.
[oltre il canneto, là in una piccola oasi,
ove ogni espressione della natura
era regolata da un tempo magico,
il mio cuore in attesa contava i passi
danzando il rumore delle canne spezzate]
Con un lacerante grido di dolore
il vento mi portò l’ansimare dei tuoi capelli
sciolti nella corsa affannosa
e il candore del sorriso che sbiadiva il nero della notte,
mentre le canne si levavano in volo,
vestite di stupendi colori, come falene improvvise.
[furono le ultime immagini,
prima che il sogno svanisse oltre il canneto]
prima che il sogno svanisse oltre il canneto]
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