Scritto da © Franco Pucci - Lun, 20/12/2010 - 20:28
in fondo bastava girare lo sguardo
gli occhi incrociavano gli occhi
anche nei giorni dispari della vita
i cenni superavano il matematico
conteggio delle parole non dette
la porta semichiusa attendeva
bastava spingersi oltre l’ignavia
era comodo - oh sì - era comodo
perfetto alibi il passare dei giorni
anni veloci, copernicane rotazioni
di astri invisi al nostro vivere convulso
i figli, il tempo - oh sì - il tempo
schiavo, schiavi di consuetudini,
battiti impercettibili di ciglia, richiami
di corpi consumati in fretta oltre le coltri
con ingordigia, divorando l’amore
mentre la mano inseguiva il vento
che dimenticava parole presto inutili
ora che la porta è ormai spalancata,
e gli occhi si specchiano negli occhi
mentre le parole rimangono ancorate,
inutilmente adulate dal vento assassino,
parrebbe inutile, retorico, scrivere ti amo
la mano ora sì, ora scolpisce nel bianco
quella lettera che non ti ho mai scritto
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