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Pietralta, quattro scene di una tragedia.

 

 

 

 

 

 

                                                                                                                                           Pietralta, giugno 19... 

 

All'orlo
dell'orto antico 
del mondo,
una storia canta
la vita
di un'anima.
Solingo forse
il suo dramma
a pochi
giungerà
al midollo
e pochi
agiteranno
il sangue.

 

I
Perchè fu
il sapore 
del gregge
e dei frassini
e dei sambuchi
che lambivano
la sua
camicia, e
sentiva
un odore 
di sangue e di dolci
rimpianti.
E un 
grido forse lontano,
nella sua mente,
ma forse anche 
tra le case
di rosso vestite,
Grido
di tradimento!
Grido
di donna!
Un grido
di fame.
Eros,
tranquillo.

 

(che forse poi
potevan essere
quei buoi vecchi,
alla fine dei campi-
sperava- quelli 
che vita è lavoro)

 

II
Ma alla fine 
del pianto,
solo un rododendro
separava
la camera e il fucile,
la morte e l'amore.

 

Il silenzio è forte
all'ora del tramonto, 
quando anche il sole
controlla la luna
e la trova casta.

 

Forse fu proprio
il silenzio,
desolazione del deserto,
così vicino
alle montagne candide,
nel ventre sano
di quei campi. 
La mente era forse 
in silenzio?
E i lontani faggi
rossi?
E le urne dove riposano le
ossa?

 

Dal camposanto
l'odore di morte
non lo sopportava.
Il suo fucile
sembrava
conficcarselo nel cranio
e girarlo, e quelle grida-
diavolo,
quelle grida carnali
viziose-
ora rompevano
le dolci rocce 
di quei pendii.

 

III
Se fosse dunque che solo in un momento dato
un uomo potesse in qualche modo giocarsi i polsi
e decidere un'istinto, fermarlo, meditarlo nell'attimo
nel giro di vite e nei profumi lontani d'ortiche
e di pesche; e tornare filato all'azione che già il sole
cala nella greppia e ivi riposa, tra l'alabastro del mattino.
Se fosse dunque, cosa sarebbe l'uomo? E la sua storia?
E che ne sarebbe d'un paio di ossa che a questo dramma
partecipa senza rimorso, spinti dal vento del fato?

 

(Lento scoccare di un'ora, lento scoccare di un'ora
nella sua testa ma anche nel paesaggio intorno che muto-
ah, muto, maledetto- attende il rintocco fatale,
il lento respiro di un attimo, ansante e compulsivo.)
E se le grida fameliche non le avesse nella testa
e forse non sono nella testa, forse scuotono anche
l'erba e i prati d'intorno e il grano maturo di giugno.
Decidere è fermare. Fermare un' attimo, volare nell'etere
e guardarlo di fianco. E poi, decidere. Un destino eterno.

 

IV
Quindi
il colpo partì
e insanguinò
l'aria,
poi tornò
e rimbombarono
le fronde lontane
e la rugiada,
strumenti
aspri
e diversi.

 

Il sangue
macchiò infine
le distese
bianche
del deserto
del letto
dove consumato
il peccato
abbandonava
due anime.

 

Un accartocciarsi
di espressioni
nel dolore
del momento, forse
una reale visione
del mondo.
Poi,
buio.
Nel dramma
e nelle vite che marcivano.
I tetti
fremettero
di pianto e 
di odore di basilico
fresco.
E fu tutto.

 

Focalizzazione-
Dal granaio antico
uscì il contadino
e uscirono con lui
i semi che aveva in mano.
Forse sentì
un colpo
vibrare nell'aria,
rasentare
l'orecchio,
risvegliarsi poi
nel rimbombo
del tuono.
Eppure muggivano
i pascoli
tranquilli
e i prati raminghi
sospiravano
e i cani
avevano una calma
quasi anormale.

 

Una nube
cadde
a rapprendere l'afa
e soffocarla
in quelle piccole
esistenze.

 

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