Scritto da © Massimo Caccia - Sab, 18/02/2012 - 10:48
Sento di non farcela più in questa broda
primordiale di aule e corridoi, affanni, stantio
e sudore rancido d’adolescenza umorale e accesa:
ecco perché, forse, nella pausa che segna il tempo,
oggi solo poche parole e scritte a matita,
consegnate all’impermanenza del foglio di minuta
o immortale amata. Poi che dire per quest’insolito
se non farfugliate scuse, dato il crudo fatto
che anche tu ti perdi nel groviglio di note, quello stesso
subisso che assedia il mio rigo esistenziale.
Cosa mai potrò pensare di più grande? Magari
l’amore che ci soccorre, quello che le giornate
sporcano di tribolate incomprensioni:
così calano le voci nell’intonare il canto ultimo,
quello che ritma l’occasione nel vago attendere.
»
- Blog di Massimo Caccia
- Login o registrati per inviare commenti
- 1150 letture