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Esami di sopravvivenza – da superare – prima della mezzanotte.

 
Il giorno prima del mio compleanno
mi sono fatta un regalo.
Ho preso la realtà, l’ho aperta
e l’ho chiusa dentro alla mia stanzetta.
Lei ha iniziato a gridare ed io
la prendevo a pugni nello stomaco
mentre il calcare si scioglieva negli occhi di entrambe, e lacrime
vecchie e mai consumate, hanno iniziato a cadere. E non c’erano dighe
non c’erano barriere per contenere la delusione – concreta – quel detto – suicida
che – esserci – o non esserci sarà la stessa cosa.
Così il giorno prima del mio compleanno
decido di sparire e penso
se avessi un posto
in un punto inosservabile
dove seminare dispiaceri
e farli crescere gioia
potrei partire adesso.
Evitare gli auguri a fiocchi
che si posano sulle spalle, sulla testa
sui pizzicotti nelle guance che oggi mancano
ma che i nonni un tempo
non potevano fare senza.
e non è facile restare
se il pensiero gira sempre intorno
su dolori offerti, sofferenze gratuite, fastidi
spontanei e le noie di una mente che dorme
nel mezzo peso dell’aria.
La realtà mi ha mozzato le mani
tiene il cuore in alto
e l’acqua che bevo
cade
dai buchi delle mascelle dissaldate.
Poi a quattro zampe
mi ha portato fuori.
Sono scappata in un campo
appena seminato
dove i primi fili d’erba
sbucano dalla terra ancora tutta piena d’Arno
lungo un fosso, seduta su un ciglione, con niente intorno
che può dare fastidio – con niente intorno – a cui dare fastidio-
Il giorno prima del mio compleanno – dovrebbe coincidere
all’ultimo saluto – e potrei agghindarmi e farmi bella
rimanere in eterno con la pelle bianca e liscia
per sempre esile
giovane
sola
senza nome e
senza età
ma gli alberi mi danno vita
le radici sui marciapiedi sono speranze
i rami intrecciati nelle forme assunte
s’innamorano in una posa d’abbraccio
e le punte dei cipressi, oggi
si piegano all’ingiù
come a mettersi in mezzo
morbide, tra me
e le fruste da scontare
come a voler fare il solletico
a un giorno morto
che non sa più ridere
e aspettare la notte, il freddo
per vedere fino a quando resisto.
Esami di sopravvivenza – da superare
prima della mezzanotte.

 

 

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