Scritto da © Costanza Pocechini - Mar, 15/03/2011 - 08:24
Un ricamo d’inverno
quei veli di ragno
fra spigature,
forse un riparo
da arpie notturne, graffianti.
Sul guado nel bosco,
sbordato di foglie marcite,
pochi i filtri di luce,
che appena scivolano
s’impigliano.
Galleggia la nebbia
ed è tocco di laguna,
accenni azzurrati
soffocano nel grigio,
come i suoni dell’alba.
È stata eterna
questa notte,
chiassosa l’anima,
sa essere violenta,
cannibale.
Un camaleonte
d’origine infame,
un dio del tutto
e del niente,
invidioso di me, Essenza.
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