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Soggetto-Il Demone Della Montagna-Lungometraggio Genere Horror.8090M

 

SOGGETTO PER LUNGOMETRAGGIO “IL DEMONE DELLA MONTAGNA”

 

Genere: horror

 

durata: 80-90 minuti

Autori: Daniele Ravaioli e Mirko Tondi

1987. Un gruppo di sei amici, tre uomini e tre donne (MARCO, GIORGIO, ANDREA, CORINNE, ANTONELLA e VERONICA), più o meno tutti coetanei (sui venticinque-trent'anni), è in viaggio per un paesino di montagna, loro luogo d'origine in cui tornano ogni estate. Durante il tragitto, si scorge quanto il paese sia arroccato e la tortuosità della strada che vi conduce. Arrivati al paese (Gravagliano, luogo di fantasia), si imbattono subito nella tradizionale festa che si tiene ogni estate, nella quale celebrazioni laiche si uniscono a cerimonie strettamente cattoliche. Un corteo invade le strade del paese, tra carri, striscioni, balli popolari e sfilate. Tutti sono però in attesa della funzione religiosa, e della susseguente processione del giorno dopo.

I sei ragazzi si meravigliano di come la festa sia migliorata rispetto agli anni precedenti e notano le importanti modifiche. Comincia poi la funzione religiosa, presso il Santuario del paese. I sei ragazzi intendono parteciparvi.
Un ellissi temporale ci porta alla fine della messa, quando i sei  vanno verso il VESCOVO con l'intenzione di salutarlo. Il Vescovo rappresenta infatti una loro vecchia conoscenza. Una volta che essi l'hanno raggiunto, attraverso la folla, il Vescovo subito li nota e li invita a parlare in un ambiente più tranquillo. I sei amici accettano di buon grado.
Una stanza del Santuario ospita la conversazione dei ragazzi con il Vescovo. Il tutto ha un'aria informale, un colloquio durante il quale pare che il Vescovo voglia semplicemente ricevere aggiornamenti sulle loro vite, dato che sono lontani ormai dal paese ma ogni estate ci tornano in occasione della festa popolare. Il Vescovo offre da bere ai ragazzi, ma solo due (Veronica e Antonella) finiscono per accettare. Dopo un'iniziale conversazione fatta di convenevoli, il Vescovo si mostra molto preoccupato e confessa ai ragazzi che al Santuario si stanno verificando fatti inspiegabili, sovrannaturali, che tirano in ballo presenze demoniache. I sei rimangono scioccati dalla notizia e stentano a crederci, così il Vescovo si offre di portarli nei sotterranei del Santuario cosicché essi possano vedere coi loro occhi ciò che sta succedendo. I ragazzi, spaventati ma affascinati al tempo stesso dal racconto del Vescovo, decidono di accettare. Il Vescovo li lascia dunque da soli per qualche momento, dato che deve andare a prendere le chiavi dei sotterranei. In questo frangente, Antonella in particolare comincia a inquietarsi, tanto che riferisce di un incubo terribile che in qualche maniera la riporta al Santuario. Negli istanti immediatamente successivi, Antonella ode un rumore sospetto. Dopo aver verificato insieme agli altri che non ci sia niente di cui preoccuparsi, si tranquillizza ma, subito dopo, chiusa nel bagno, ha una visione per lei terrificante (un gruppo di topi che escono dal water e vogliono aggredirla), e quindi sviene. Gli altri ragazzi accorrono in suo aiuto e cercano di farla lentamente riprendere. Tornato anche il Vescovo, Antonella si è ristabilita e lascia intendere che si è trattato solo di un piccolo malore, forse per il caldo o la fatica del viaggio. Anzi, insiste per andare con loro nei sotterranei.
Comincia adesso l’avventura dei ragazzi, al seguito del Vescovo, nei sotterranei del Santuario. Scesa una prima rampa di scale e intrapreso un corridoio semibuio, è però Veronica ad avere una strana sensazione, come di una mano che la afferra da dietro. Veronica e  Antonella, a questo punto, sono solidali nella scelta di non continuare il percorso. Entrambe dunque ripercorrono la strada all’indietro, con la comprensione dei compagni di viaggio e del Vescovo.
Da questo momento in poi, le loro strade e quelle degli altri ragazzi si separano irrimediabilmente.
Il Vescovo conduce gli altri quattro verso un rifugio sotterraneo, dove li fa cadere vittima di un inganno. Con una scusa li fa entrare infatti all’interno di una grotta e poi li chiude al suo interno. I ragazzi al momento non capiscono il motivo di un tale gesto, mentre il Vescovo li ha ormai abbandonati nella grotta e si è dileguato.
Intanto, Veronica e Antonella sono vittime di una nuova paurosa visione, che stavolta le accomuna: avvertono la presenza di un gruppo di topi che punta dritto verso di loro. Scappando dai topi, le due ragazze entrano in una zona buia e finiscono, dopo essere state colpite e aver perso conoscenza, per essere catturate da un individuo fino ad ora nascosto.
I quattro nella grotta tentano ora di uscire, ma non trovano inizialmente reali vie di fuga. Senza perdersi d'animo, provano comunque a cercare un passaggio verso l'esterno.
Il risveglio di Antonella e Veronica è sconcertante, dato che si ritrovano prigioniere in una stanza già teatro di altri delitti. Sono ben visibili, infatti, segni di sangue dappertutto e varie armi da taglio sparse per la stanza. In un primo momento Antonella, legata per le mani a una catena appesa al soffitto, tenta vanamente di svegliare Veronica, ancora priva di conoscenza. Poi, dopo qualche attimo di suspense, l'aguzzino delle due ragazze si rivela essere MASSIMO, una loro conoscenza nel periodo adolescenziale. Massimo è un ragazzone con disturbi mentali, che è sempre stato escluso dal gruppo al quale appartengono Veronica e Antonella.
Nel frattempo, solo con la loro caparbietà, Andrea, Giorgio, Marco e Corinne riescono a trovare un tombino sepolto nel terreno e a rimuoverlo, per accedere poi al sottostante impianto fognario.
Antonella è la prima vittima della furia omicida di Massimo. La ragazza viene colpita ripetutamente da lui con un grosso coltello. Veronica riprende conoscenza e prova a divincolarsi, nel tentativo di liberarsi dalle corde che la tengono immobilizzata. Una volta finita Antonella, Massimo tenta ora di colpire anche Veronica. Lei però riesce finalmente a liberarsi dalle corde e intraprende una fuga nei labirintici corridoi dell’impianto fognario.
Giorgio, Andrea, Marco e Corinne vagano anch’essi nelle fogne, finché non si imbattono in qualcosa di atroce, ovvero nel ritrovamento di un cumulo di corpi senza vita, uno ammassato sopra l’altro. I ragazzi esprimono il proprio sbigottimento per questa sconcertante scoperta.
Nel mezzo della notte, in una stanza del Santuario, il Vescovo è protagonista di riti satanici. Una stella a cinque punte dipinta sul pavimento e un linguaggio incomprensibile sono gli elementi di questo scenario. È ancor più chiaro, anche se non del tutto svelato, il delirio che lo ha portato a rinchiudere i quattro ragazzi nella grotta sotterranea.
Le strade dei quattro e di Veronica si incrociano ora fugacemente. Separati da alcune sbarre, si incontrano di nuovo in un corridoio fognario. Veronica sta scappando da Massimo e si accorge, suo malgrado, che delle sbarre la separano dal resto del gruppo. La richiesta di aiuto di Veronica inoltre non può essere accolta, perché viene raggiunta da Massimo, che la uccide a sangue freddo, perforando il suo corpo con un piccone.
Dopo aver assistito al delitto dell'amica, ai quattro non rimane che scappare, sotto lo sguardo vuoto di Massimo, che assolutamente non dimostra di contestualizzare la situazione.
La mattina tutto è pronto al Santuario per l'inizio della processione, ma è il Vescovo a non essere ancora presente. Un parroco anziano invita quindi un giovane sacerdote ad andare a chiamare il Vescovo nella propria camera, così da non ritardare troppo l’inizio della funzione religiosa. Una volta giunto nella sua camera, il giovane sacerdote, dopo aver chiamato più volte il Vescovo, entra e assiste all’incredibile allestimento della stanza. Il Vescovo compare solo in un secondo momento, spuntando da dietro le spalle del sacerdote e colpendolo mortalmente con un grosso coltello.
I quattro ragazzi sono impegnati nel trovare una via d’uscita e si ritrovano proprio sotto a un tombino che può condurli al piano superiore, dunque ai corridoi sotterranei nei quali il Vescovo li aveva fatti scendere dal Santuario. Durante la salita di una scala, però, ricompare Massimo, che afferra l’ultimo dei ragazzi, ovvero Giorgio. Di fronte alla paura, e sicuri che ormai il suo destino sia segnato, gli altri abbandonano Giorgio in balia di Massimo, anche per l’insistenza di Andrea che invita i compagni a scappare.
A questo punto un importante flashback ci mostra Massimo e gli altri da ragazzini, in occasione di una normale giornata al campetto di calcio. Vediamo chiaramente che Massimo viene allontanato, persino deriso dagli altri. Questo spiegherebbe, almeno in parte, la follia di Massimo contro i ragazzi.
Il Vescovo arriva finalmente in sacrestia per partecipare alla processione, dicendo di aver incontrato il giovane sacerdote mentre andava via a causa di un’urgenza. La processione comunque ha luogo regolarmente. Durante questa, però, il Vescovo si imbatte in una presenza della quale al momento non capiamo l’importanza. Si tratta di UN UOMO sulla cinquantina, che lo guarda come se sapesse qualcosa di lui che gli altri non sanno. Le voci interiori che il Vescovo sente, in effetti, confermano questa sensazione.
Marco e Corinne sono adesso protagonisti di un giusto ripensamento e decidono di tornare indietro per tentare di salvare Giorgio. Andrea, invece, li accusa di essere impazziti ed è irremovibile sulla sua posizione, cioè di continuare il tragitto verso la fuga. Marco e Corinne ripercorrono quindi la strada che li riporta alle fogne, mentre Andrea ritorna pian piano in superficie e giunge a una porta che può condurlo di nuovo al Santuario. Dopo l'iniziale entusiasmo, Andrea si accorge però che la porta è chiusa dall'interno.
Marco e Corinne sentono in lontananza le urla di Giorgio e seguono quella direzione.
Intanto il Vescovo si accinge a tornare nella propria camera, e il Santuario risulta praticamente sgombro. Anche fuori la piazza e le altre strade si rivelano quasi completamente deserte, dato che la festa si è ormai conclusa.
Andrea è ancora impegnato ad aprire la porta che può regalargli la libertà, ma è proprio il Vescovo a sentire i suoi richiami di aiuto dall'altra parte. Il Vescovo si munisce di una falce da giardino e, appena aperta la porta, colpisce violentemente Andrea all'altezza del collo, uccidendolo.
Nella stanza delle torture Massimo sta divertendosi sadicamente ai danni di Giorgio, ma all'improvviso irrompono Marco e Corinne e tentano di salvarlo. Marco colpisce Massimo alle spalle, piantando un coltello nella sua schiena. Massimo pare all'inizio accusare il colpo, ma poi si scaglia contro Marco. Intanto Corinne si adopera per liberare Giorgio dai lacci che lo tengono imprigionato a un tavolo. Una volta riuscitaci, è invece Giorgio a trovare la forza per difendere Marco dagli attacchi di Massimo. Ma è il Vescovo adesso a ricomparire e a rendersi protagonista di un nuovo delitto: con la sua falce colpisce Giorgio alla testa, di fatto recidendola dal collo. La testa di Giorgio rotola a terra, sotto gli sguardi atterriti dei due ragazzi.
Il Vescovo comincia a rimproverare Massimo, accusandolo di non aver compiuto il suo dovere. Marco e Corinne, come ultima chance data la loro situazione, cercano di far capire a Massimo, con una saggia strategia, che il Vescovo vuole solo approfittarsi della sua ingenuità, ordinandogli di compiere mostruosi omicidi. Il Vescovo dà la falce a Massimo e gli impartisce l'ordine di uccidere i due ragazzi, sicuro che lui lo farà. Marco e Corinne, invece, provano ancora a convincerlo che non si tratti della cosa giusta, facendo leva su un briciolo di compassione. È a questo punto che Massimo sferra un colpo mortale all'indirizzo del Vescovo, piantandogli la falce nella fronte. Marco e Corinne approfittano di questo momento per scappare e, seguendo la strada percorsa in precedenza, riescono a raggiungere il piano superiore.
Arrivati nella stanza del Vescovo, incontrano UNA DONNA, che poi si rivelerà essere l'addetta alle pulizie del Santuario. La donna ha appena rinvenuto il cadavere del giovane sacerdote nella stanza del Vescovo; vedendo i ragazzi, crede che siano stati loro a compiere l'omicidio e scappa in preda alla paura.
Dopo aver assistito all'ennesima scena di sangue, Marco è intenzionato a chiamare la polizia. Tuttavia, nella camera del Vescovo non c'è un telefono. I due si precipitano dunque all'esterno, per poter chiamare da una cabina telefonica.
Usciti dal Santuario, Corinne si mostra molto inquieta, girandosi continuamente a verificare che non ci sia nessuno dietro di lei. Marco cerca di mantenere la calma e guida Corinne alla cabina, dove però il filo del ricevitore dondola dall'apparecchio, come se qualcuno avesse da poco usato il telefono e poi, nella fretta, lo avesse lasciato in quel modo. Dopo poco, infatti, ecco arrivare numerose auto della polizia a sirene spiegate. Il COMMISSARIO e alcuni AGENTI, scesi dalle proprio auto, puntano immediatamente le pistole contro Marco e Corinne, credendoli coinvolti in qualche crimine. I due alzano le mani, ammutoliti.
Avanzando di qualche minuto, la piazza appare praticamente gremita di poliziotti e soprattutto di curiosi. Sono accorse infatti decine e decine di abitanti, persino con il pigiama indosso. Tra la folla spunta anche l'uomo che, in occasione della processione, era stato oggetto di sguardi minacciosi da parte del Vescovo; questo cerca di farsi spazio tra la gente e di portarsi nelle prime file.

Dai commenti di alcuni agenti, si capisce che sia stata la donna delle pulizie a chiamare il 113, dopo aver rinvenuto un cadavere nel Santuario. Si sospetta dunque che i due ragazzi siano stati gli autori del delitto. Avvicinandosi a Marco, altri agenti si scontrano con la sua irruenza. Marco di dimena nel tentativo di farsi ascoltare e proclama la sua innocenza. Corinne invece è come imbambolata, praticamente sotto shock. Il Commissario mostra in questo frangente, nei confronti di Marco appena immobilizzato, il suo atteggiamento provinciale, schernendo il ragazzo dopo che lui tenta di spiegargli la verità. Ovviamente il Commissario non crede che sia stato il Vescovo a compiere atti criminosi. Una volta che Marco è stato fatto entrare nella volante della polizia, il Commissario lo tratta ancora con aria di sufficienza e ordina di portare via i due. È a questo punto però che dal portone del Santuario si vede uscire Massimo. In evidente stato confusionale, Massimo avanza con la testa di Giorgio tra le mani, coccolandola come fosse un neonato. La macabra scena appare agli occhi increduli degli astanti. I poliziotti si mostrano un po' impacciati in questa occasione, non sapendo bene come agire. Il Commissario cerca di dargli una scossa, ordinando con forza di catturarlo. Gli agenti aggirano Massimo e, non senza fatica, riescono poi a bloccarlo. Una volta braccato Massimo, la testa di Giorgio cade a terra, rotolando sull'asfalto. Il Commissario dice a Marco che seguirà un interrogatorio, mentre Corinne palesa il suo stato di shock.

 

 

L'indomani, presso il commissariato, c'è un grosso viavai di agenti. Alcuni di loro stanno parlando con delle persone visibilmente affrante, e cercano in qualche maniera di rincuorarle. Si tratta dei parenti di alcune vittime. Intanto, nell'ufficio del Commissario, Marco e Corinne stanno concludendo il loro interrogatorio. Il Commissario esprime il proprio cordoglio per gli amici dei ragazzi, morti per mano del Vescovo e di Massimo. Si scusa poi con loro per averli accusati ingiustamente. Marco chiede comunque spiegazioni sulle ragioni di questi efferati delitti, ma il Commissario gli risponde dicendo che stanno cercando di scoprire la verità e non tarderanno ad aggiornarli su eventuali novità nelle indagini. A un tratto bussano alla porta e un agente introduce il DOTT. BARONCHI (lo stesso uomo sulla cinquantina visto precedentemente durante la processione e che cercava di farsi largo tra la folla all'arresto dei due ragazzi). Il Commissario congeda i ragazzi, anche perché Corinne è ancora provata da quanto successo. I due escono e comincia così un colloquio chiarificatore tra il commissario e il Dott. Baronchi. Il dottore si rivela essere lo psichiatra del Vescovo, che veniva seguito per una schizofrenia paranoide, caratterizzata da allucinazioni uditive e deliri persecutori. Il Dottore è comunque all'oscuro dei crimini commessi dal Vescovo, e il Commissario gli racconta che sono state uccise in tutto 13 persone (i quattro amici, il giovane sacerdote, e altre otto vittime trovate nell'impianto fognario. Queste ultime sarebbero state vittime casuali, turisti e autostoppisti dei quali nessuno avrebbe segnalato la scomparsa). Il Dott. Baronchi si mostra sconvolto e stenta a credere alla verità. Il Commissario aggiunge che il Vescovo avrebbe agito con l'aiuto di Massimo, un ragazzo con problemi mentali, plagiato da lui a compiere gli omicidi. Tuttavia, rimane ancora oscuro il movente di tutti i delitti, poiché il dottore sostiene che la psicopatologia del Vescovo non riuscirebbe, da sola, a spiegare le ragioni di questo massacro. Peraltro, le caratteristiche di tale tipo di schizofrenia spingerebbero verso una certa disorganizzazione, cosa che invece non si riscontra nel caso del Vescovo, che ha ucciso in maniera scrupolosa le varie persone. A questo punto il dottore confessa che il Vescovo, durante le sedute, avrebbe spesso tirato in ballo delle presenze demoniache, forze oscure e maligne in grado di governare i suoi agiti. A detta di Baronchi, mentre viveva questi stati, simili a delle possessioni demoniache, il Vescovo parlava in una lingua inventata e nominava un demone che lo avrebbe guidato nelle sue azioni, per la precisione “il demone della montagna”. Il dottore si lascia andare dunque a spiegazioni non scientifiche, anzi ultraterrene. Nonostante la sua professione lo condurrebbe ad attribuire il tutto alla psicopatologia, infatti il dottore sente che in questo caso ci sia qualcosa di inspiegabile, tanto che si è ritrovato a fare strani sogni dopo le sedute col Vescovo. Il Commissario conferma che il Vescovo era dedito a rituali satanici e il colloquio tra di loro si conclude lasciando in sospeso la faccenda.

 

Alcuni flashback susseguenti chiariscono ulteriormente il tutto. In un primo flashback, il Vescovo guida di notte per le strade tortuose che conducono al paesino. Dà un passaggio a un autostoppista e subito una voce interiore gli ordina di uccidere il ragazzo. La scena si sposta al momento immediatamente seguente l'omicidio del giovane autostoppista, nel cortile del Santuario. Lì, in un angolo, è nascosto Massimo, che suo malgrado assiste all'omicidio. Da qui comincia la complicità tra i due, dato che il Vescovo mostra subito la sua influenza sul povero malcapitato. In un altro flashback vediamo ancora l'influsso delle voci interiori sul Vescovo, che gli ordinano di uccidere i sei ragazzi. Poi il momento in cui il Vescovo offre da bere a Veronica e Antonella: si vede chiaramente che le bevande delle due ragazze vengono drogate.  Si scopre dunque che le visioni di Antonella e Veronica sono assolutamente dovute alla sostanza contenuta nelle bevande.

Dopo la serie di flashback, pare quindi che tutti gli episodi possano essere dovuti alla schizofrenia del Vescovo e alla sua precisa (anche se insolita per quel tipo di disturbo psichiatrico) organizzazione dei delitti. Ma siamo adesso a casa di Marco. Corinne è ospite da lui e si è finalmente ripresa dallo shock. Tutto pare ristabilito, ma in un'ultima scena vediamo Marco, alle spalle di Corinne, con uno sguardo posseduto e un ghigno malefico. Marco alza in aria un grosso coltello e la scena si interrompe.

 

 

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