mi avvicino a te Dio quando a tutti offri la tua presenza specchiata.
In qualsiasi momento sei tu presente e, non so se lo è per gli altri,
io ti cerco in questa vita condominio non solo mio quando,
bastonato nella carne sono nel vero a piangere e da solo a
riflettere sul gonfio del mio cuore grosso davvero
per l'anima che soffre nella tormenta del dolore.
Come da sempre predichi e lasci intendere che non
sempre nuoce anche se il male è peggio nella vita
raschiato il fondo resto, dalla filiera della relatività,
con poco del buono da te narrato a noi da fare poi è duro
il sopravvivere persi come si è per imparare a vivere di nuovo
dalla fantasia per tornare reali di speranza umana in un ginepraio
nel rivivere
d'immenso parlare dove non sono parole senza l'uso delle
parole in un mondo che le parole sono solo parole per....
tornare a vivere dopo la morte. Forse lo è, Signore!
Non ci vuole niente oggi per essere poeti agognati
con la tua resurrezione tanto amata a pasqua
per sentire l'anima in amplesso con il vuoto del cuore.
Allora signore!...
basta soffrire con dolore dalla mattina alla sera
nel fisico instancabile anche per amore. per capirlo e,
... poi per carpirlo per quanto è bello
di cui tutti ne siamo voracemente umani.
Con metodo e riflessione ti cerco oooh morte
dove sei? Ti aspetto con ansia non ancora
deceduto ansimo nel pianto della maledizione...
Che disperazione! per il troppo dolore, basta!
per forza sorrido di te a denti stretti per non capitolare...
per non dare soddisfazione mentre su di me
ooh male agisci male
piallando la pelle che passa e ripassa su carne viva
tra i trucioli dei peli si perde sanguinaccio per annusare
chi è decotto al solito come asini volanti ragliano
dopo aver caricato le anime incolori di peste
marinati arrabbiati di lebbra.
Ooh Dio ma quando li prendi gli incurabili
e, quelli disabili freschi di giornata?
In quale girone della vita passi con le tue pestilenze,
cosi caso mai mi prendi al fine corsa in compagnia
è sempre meglio che soffrire speranzati a soffriggere
amari ricordi nel tempo girasole assolato di solitudine
a cottura lenta in olio di noia con gli inguaiati guai.
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