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cose così

chagall danseuse

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I sogni
   sono e s s e n z e
       fantasie s o t t i l i

Leggendo Queneau*

Qui il fango è fatto dei nostri fiori. - …dei nostri fiori blu, lo so.”*

Ci stiamo sognando, mentre a cavallo attraversiamo la storia, verso Parigi.

Chi passa la vita a tinteggiare la staccionata della chiatta, che non ha di meglio da fare che imbrattarla d'insulti.
Io a dipingere disegni infantili sulle pareti di alcune caverne del Périgord.

Adoro parlare con Demostene, di questioni politiche e di attualità, il tempo mi passa meglio.
Stephane preferisce tacere. Ha paura.

Non farò la fine di Luigi IX ... questo no. So tutto della storia.

Continuo a sognare mia moglie anche durante il temporale: non s'intrometta Mouscaillot d’Empoigne.

Uno strato di fango ricopriva ancora la terra, ma qua e là piccoli fiori blu stavano già sbocciando."*

Il Duca d’Auge

Manuela

Diario Cancellato

Basita
Costernata
Bruciata.
Hanno
CANCELLATO
distrutto
Sette mesi di memorie
Mie
in un flash.
Delusa
con la mente scricchiolante dal colpo
inferto alla memoria.
Amen
Risorgerò
in tabula rasa
ripartendo dal Domani.

C{E}

Sonata di ringraziamento per cantanti solisti e abiti in nero – movimento del sol calante


camero, 1968 - cheryl kelley
Scendo nel mondo, ho voglia di commettere un crimine. So che per uno come me il senso della criminalità è essenzialmente un qualcosa che non c’è, ma ho voglia di commettere una buona cattiveria e credo, con lo sforzo del cinico, di riuscirci. Ho provato tutte le mosse davanti ad uno specchio. Ho pianificato tutto per una settimana. Pensieri perfetti per attrezzarmi a cinico e bandito. Una speranza nuova mi ha preso, come l’ansia creatrice di un nuovo giorno. Voglio essere malvagio, ne ho un bisogno quasi estremo. Mi sono serviti, in verità, gli anni di frequentazione dei delinquenti veri. Quando entravo nel carcere, attraversando un portone di acciaio che mi si apriva lentamente, come fosse la montagna di Alì, richiamata a donarmi le meraviglie con una formula magica. Il mio nome e cognome al citofono e il perché di quella visita programmata ormai da cinque anni, ogni settimana, tre volte, ogni volta quattro o cinque ore. E poi le altre porte e le grandi chiavi che le aprivano e le chiudevano e poi il corridoio della scuola e loro, i miei insegnanti in cose delinquenziali.
 

sinfonia del lavoro che non ho (primo movimento: andante con variazioni)

untitled - 2004 - paul freidin
 
Ho perso il lavoro che avevo cinquantotto anni. Due anni fa. In questi due anni ho cercato di trovarne un altro, ma nisba, nessuno se l’è sentita di utilizzarmi in qualche valido o invalido progetto. Eppure ho sempre lavorato di grande entusiasmo, potrei ancora essere utile, ma niente da fare, tutti a far grandi sorrisi, promesse, niente di più. Ho capito che per me sarà difficile riprovare l’ebbrezza della busta paga. Ho lavorato per anni nella politica. Non come candidato o altra robaccia simile. ho solo mosso passi politici, da assunto, nel mondo delle consulenze ad alcuni gruppi consiliari regionali. Ho ragionato di leggi da perfezionare, di ordini del giorno, di mozioni, interrogazioni ed altre schifezze del genere. Poi un giorno succede che mi sono svegliato totalmente demotivato ed anzi con un certo sentore di nausea, così ho deciso di abbandonare quei luoghi. Ero soddisfatto della scelta, mi sentivo persona costruita di purezza estrema, uno che poteva guardarsi allo specchio ed inorgoglirsi per l’esistenza condotta. Una soddisfazione da poco. Sono due anni due che mi muovo a cercare un altro impegno, che sia retribuito nel giusto e che non abbia meccanismi delinquenziali. Due anni che sono praticamente a spasso e mi sto davvero arrabbiando per il fatto di aver rinunciato ad una certa comodità economica. Per me la crisi è perfino più profonda, perché le soluzioni che si prospettano ad un sessantenne sono davvero nulle. Perciò mi sono deciso a rinunciare alla dignità di uomo. Tanto sai che sforzo visto che di umiliazioni ne becco una ogni minuto.
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Cose Così [fire]


Alexis, Fire - Spirito di Fuoco, Carbothelli su cartoncino, 2009

Cambia ad ogni passo l'ultimo tempo
                   soggiace sgorgando sangue inaridito
si rinserra di corde deliziando

così trascorre il giorno e guarda altrove
                    inginocchiato il cuore di spazi che imprimi
a riempirsi la bocca di fuoco e di spighe

Manuela

 

dedicata alla mia amica Alexis

Nonsense

Odio il tempo passato, cristallizzato appena sopra la mia schiena,  nonostante me ieri. L'oscurità di un nero sciolto, privo di senso, poggia sui gomiti i pastelli di cera del melograno, i germogli accesi, l'ulivo contratto che s'attorciglia a niente.
Annuso l’asfalto, l’odore dei gigli, in questi vicoli a bocca calda, i ritmi assurdi delle vertigini. Metto un bel vestito, impazzito in un bombardamento, prima d'intrecciare le gambe del tutto. L'anima stretta ai denti, assetata di sangue, di tè.

Manuela

Guillaume Seignac An Afternoon Rest


  Guillaume Seignac An Afternoon Rest
 
 

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Cose Così [di succo]

Giorni di mela
da piantarci i denti

epa bianca
di succo acido verde

vendemmia
in un seno di occhi
lucidi

come preghiera

 

 
 

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