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Pullula l'aria

Pullula l'aria
di umidi deliri di afa
in questo calvario
si sfacela la vita
ne aggranfo due natiche
come angurie di gioia
e il tuo sudore mi parla di te
la tua anima è in questo afrore di carne
esicastico vagito di rabbia e di nulla
che ne direbbe l'isterico tarsiota
se ci vedesse
siamo due dei
eletti da lavica colata
di amore e di foia.

La fine dell'amore

Il peggio dell´amore
quando finisce
sono le stanze arieggiate
il passato di rimproveri sordi
la solitudine
come rondini morte
sul cuscino.
Il brutto del dopo
sono le spoglie che imbalsamano
il fumo dei sogni.
Il telefono che parla agli occhi
la sistole senza diastole
tutto senza un padrone.
La cosa più ingrata è
imbiancare la casa
rammendare le forze vitali
condannare al falò gli archivi.
Il peggio dell´amore quando passa
è il punto finale ai finali
quando restano i punti sospesi
… nel sorriso appena accennato.

Ci vorrebbe un trapano

anni che rigiro amore come tassello tra le mani
anni che non decido, che rimando al domani
ho l’anima sgualcita, ogni volta che l’indosso
stiro pieghe dolenti del giorno appena smesso
 
ci vorrebbe un gancio, un appiglio più sicuro
dove appenderla la sera dopo un giorno così duro
ho chiesto spazio al cuore per evitare brutte ferite
ma ha la scorza troppo dura, respinge questa vite
 
da tempo ormai vago inventando nuovi inganni
per bucare questo cuore indurito dagli affanni 
usando questo amore come provvido tassello
indosserei di nuovo l’anima come vestito bello
 

O come Ozono

 È carica di ozono l'aria
e lucida di pioggia
 
 
Sull'asfalto ardono piccoli arcobaleni
di promesse mantenute e non
 
 
Come acquarelli di mano inesperta
tremolano trepidi transeunti
 
 
 
 

Estetica della eSSe

Che alfabeto Sarebbe Senza la eSSe?
Senza la SenSualità Sibilante del Suo Suono
Senza la Sua femminil forma
Che diSegna Seni e coSeni
eStasiando e diSSetando aride parole
Sensibile come Solo lei Sa
Sarà Sara, Serena e Silvia inSieme
Sublimerà poi nel SeSSo
DeclinandoSi in Specchi e in SoSpiri
aSSetati di Sguardi e di SorriSi.

Scuotimi dal Sogno
E Soffia
Soffice Soffio di Scirocco
Scorri
Come Scheggia di luce
In Sconfinati Spazi
E fai Silenzio
In queSto abiSSo.
 

Alessia e la conchiglia

Vita del Mediterraneo della vita
ad intessersi con il mare di Alessia
nell'aver trovato una conchiglia
sul greto del mare e dei pensieri.
A poco a poco, tocca Alessia
con mani affilate una rara conchiglia
da Giovanni avuta in dono
per la danza della vita e tutto inizia
e sta infitamente prima della morte.
 
E'Alessia azzurrovestita a tessere
incantesimi e inganni del bene,
furbetta Alessia nel vestirsi, respira
e scrive nuove poesie per l'anima
di vetro oltre le variabili stelle
a illuminare il tempo del tempi,
conchiglia tra le cose care
e una vita da arare con la penna
sul foglio. Ecco accade la gioia
entra Giovanni.

Era giugno, ma già quel declivio

Nella tua fronte la sintassi dei trifogli
il loro curioso lessico di verde
che mette la divisa alle radici
restando in quel comprese.
Si ruotava medica per la pena,
e le giumente. Siano quindi mostrate
ai tuoi sospiri e pallide le risa.
 
Era giugno di cotone bianco
e della pelle di carbone.
Il greggio dai follicoli uno scroscio di sudore.
 
Non era, insomma, pioggia, come non è ancora.
 
Senza alcuna effusione
col davanti le mani
si pregava di tacere il sole.

Alessia in Villa Comunale

Alberi in forma umana, la quercia,
l'eucalipto, il salice a sopravvivere:
li scorge Alessia in un attimo
il volto campito nel grano dei capelli
nella disadorna via serale, dalla Villa
Comunale alla zona dell'abetaia
fantastica, dove trova le cose di sempre:
le foglie da rinominare contenute
nell'erbario e trasale Alessia,
nella vita ad intessersi con il parco
nella mente e la camera del lavoro,
computer sul tavolo una rosa
freschissima come Alessia
sul limite dei giorni a tessere
incanti floreali del pensiero e
guarigioni negli steli degli alberelli
piantati da Giovanni. E'
tutto un essere felici pari a felci
in fisica gioia di un rubato bacio.

molliche

Gioca con le molliche
la signora che pulisce la sinagoga
gioca con le molliche
mentre il suo bicchiere di vino
arranca all'ultimo goccio.
Una figlia, un marito abortito
due gatti, un mutuo da pagare
e una rivista ancora da sfogliare.
La televisione con il volto
di un cronista che sembra un tronista
mentre le molliche diventano una pallina.
Non ha rasato le ascelle
la signora che pulisce la sinagoga
e non crede che a Gaza siano tutti assassini
anzi lo sa
che non è così.
Una figlia, un marito che si scaccola
di fede emblematica
che sparla degli arabi
e ruba dal portafoglio di notte.
Molliche, anni perduti
mai
mai ritrovati
per cosa?
Il tronista difende l'operato del governo
si crede un giornalista
ma la signora che pulisce la sinagoga
ha il seno troppo grande
per credere alla buona fede
di un pennivendolo
venduto come un tacchino
alla fiera.
Molliche, palline,
pensieri accaldati
tra politica e fede scaduta
mentre sua figlia
la guarda e sorride.

Sempre

l'esser così solo
che rende bellissima la mia solitudine
sentire la mancanza di tutti
affina i miei sensi, lava l'anima
da necessari compromessi di facciata
e volo libero d'esser come sono
incurante di come mi vorrebbero
quelli che dicono di amarmi.

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