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riservato ad un pubblico adulto

Gli orecchini di perla

mi incateno ad arte nella fuga, Johann
ché resti l'orlo della veste nel concerto dei due violini 
 

Non muovere l'isola sulla notte

ecco, è il limite lineare
questo crescere in alto di foglie che tagliano i polsi
mentre le sposto dagli occhi, dove piove
 
e da qui guardo il mare che sei. come mi dici gli abissi,
dei naufragi. la lunga durata delle correnti

Ancora non sosti oltre la curva

non ti dico che so come fuggire il vento che feconda le fiamme,
nei grembi di giardini sommersi dai ghiacciai. il nerofumo 
che fa scempio dei gigli nelle nicchie 
 
ah cuore. tu ancora non sosti oltre la curva
ancora cammini, gli occhi bassi 

Io ho soltanto tre grammi d'oro e il mio nome

 
a venire, stagioni e
cerchi di ombre. dentro, mari sulla stessa rotta
 
un'imprecisa spaziatura nelle sequenze delle lune,
i camminamenti di equinozi
 
e le salite nei fianchi di altre rocce, ancora quante notti.

Il barcaiolo nell’equivalenza della darsena

 
 
Gli scafi leggeri mostrano vigore nel ballo; dimenano
con la stessa pendolarità delle increspature
le chiglie. Un tot di piccole creature
disassembla il fondo e porta via pezzi
di chiarore. Luminosità silenziose, guizzi curiosi,

Cento, ancora più cento mari

di luoghi, di illusioni. poesie 
 
e minuscole, immense 
le cose tutte che hai attraversato.
 
soffi alle tempie, stagioni piegate a memoria:
 
quando accadevano pioggia e sole
nel mentre non contavi i semi, i giri

Creatura

Le vie

 
 
 
da qui
passa un chiaro. di una tinta d'aria
 
che tocca appena le case
 
le vie. si appende alle alleanze dei gerani sui balconi
 

La figlia del capitano

ha strade d'acqua la notte. e arcipelaghi 
 
le luminanze che premono dagli occhi. si alzano 
a ventaglio
 

Di coste rocciose e nidi di vento

così le stagioni strette nelle curve di occhi, le terre di mezzo
allagate
la pena grande dell'onda quando urta una stella
 
così è stato, così è
 
eppure, testardo il gelsomino non si trattiene.

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