Una struggente dedica non solo alla persona amata, ma all'amore stesso
Dalla tua bocca arriverà fino al cielo
ciò che stava sopito sulla mia anima.
Giungi come rugiada sulle corolle.
Scavi l'orizzonte con la tua assenza,
Eternamente in fuga come l'onda.
come i pini e come gli alberi maestri delle navi.
Come quelli sei alta e taciturna.
E di colpo ti rattristi, come un viaggio.
Ti popolano echi e voci nostalgiche.
Io mi sono svegliato e a volte migrano e fuggono
gli uccelli che dormivano nella tua anima.>>
...
Ezio Falcomer e Antonio Nazzaro. Vision Book su: Dino Campana - Viaggio a Montevideo
Video: Antonio Nazzaro
I colli di Spagna
Svanire, nel verde
Dentro il crepuscolo d’oro la bruna terra celando
Come una melodia:
D’ignota scena fanciulla sola
Come una melodia
Blu, su la riva dei colli ancora tremare una viola...
Illanguidiva la sera celeste sul mare:
Pure i dorati silenzii ad ora...
Old Boy - Chan-wook Park
Regia di Chan-wook Park
Corea del Sud, 2003
E quali sensazioni e conseguenze può provocare il totale soddisfacimento di questa fame che logora l'anima e la vita?
Probabilmente sono queste le domande che si è posto Chan-wook Park, regista sudcoreano che ha impresso su pellicola uno dei film più forti ed emotivamente debilitanti a riguardo: Old Boy.
Via, verso Est "L’appuntamento"
* l'immagine è di Helmut Newton
Via, verso Est "L’appuntamento"
Di Greta Rossogeranio
Oggi noi due abbiamo un appuntamento.
Tu sei, come si usa dire, il mio tipo.
Quello contorto e accoppiato alla mia immaginazione.
Da sempre ho avuto molti appuntamenti con uomini d’ogni genere e gli incontri si svolgono alla stessa maniera, con passi leggerissimi che mi tengono sveglia nella notte precedente.
Ma questa volta è diverso.
Completamente e totalmente.
Permanentemente e senza speranza.
Inverso.
Ancora questo dannato vento dell’Est, che detesto.
Quando arriva, soffia a raffiche con veemenza e scompiglia ogni pensiero.
La vibrazione dei proiettili infuocati mi trattiene...
La ladra di bigodini
© Greta Rossogeranio
La natura gioca a belle statuine con gli alberi disseminati lungo il viale; le balde speranze planate e poi scappate.
Analizzo il mio spinoso scontento cercando di stabilire se questo è il debutto di qualcosa o il suo confine.
Un cespo di ricordi antidiluviani mi sfila accanto verso l’infinito.
Rotola in qualche meandro nascosto del mio cervello, sotto calore.
Mi rimorchio dietro queste vischiose ragnatele impaniate nei bigodini vivaci, senza scrutare i recessi evolutivi che le ricamano.
Nella luce della lampada a collo d’oca concludo che la storia, stasera, deve finire.
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