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Massimo Mannuci - Asilo in Kenya

Timboni (Watamu) è un piccolo villaggio del Kenia, a circa 25 chilometri dal centro di Malindi che dal 2007 ha qualcosa di speciale: un asilo costruito grazie alla collaborazione e alla voglia di fare qualcosa insieme tra gli abitanti e alcuni giovani e un po’ folli bergamaschi. Attraverso un gruppo di donne locali (Watamu Women Group), Stefano Viganò (che in veste di fotografo usa lo pseudonimo Lucio Elio) insieme ad alcuni amici (Marta Fasoli, Fanny Coffetti e Michela Pellicelli) ha deciso di collaborare alla nascita di un progetto davvero particolare realizzato dalla Fondazione Onlus My name is help per la costruzione di un asilo dove ospitare piccoli orfani.
Grazie all’aiuto della popolazione locale è stato acquistato un pezzo di terra e si è dato il via alla progettazione, con immediata costruzione, di un asilo residenziale per bambini orfani la “S.P.& K Nursery School”. Il progetto, seguito sin dalle prime fasi con un mix di precisione ed entusiasmo, ha visto le prime basi nel dicembre 2005 e l’inaugurazione della prima costruzione nel marzo 2007: una grande aula dove tutti i 63 bambini si ritrovano, coordinati da 4 maestre locali, per imparare l’uso della lingua inglese ed i primi rudimenti della matematica in un contesto particolarmente attento all’accoglienza, considerato che quasi tutti i bambini sono purtroppo orfani.
L’obiettivo  – spiegano i fondatori - era creare un centro di aggregazione a tal fine  sono stati aggiunti il dormitorio, la cucina e il refettorio, garantendo ai piccoli la cura e l’affetto di cui tanto necessitano. Questa struttura e il vicino dispensario medico possono così assicurare ai bimbi un futuro più sicuro e sereno.
L’organizzazione italiana è nata per sostenere piccoli ma significativi progetti di sviluppo solidale, di cui poter verificare passo passo l’evolversi quotidiano del lavoro effettuato. Per sostenerli e farli conoscere promuoviamo donazioni e organizziamo eventi come 100 schiscette per l’Africa organizzato lo scorso dicembre, a Bergamo.
“La Schiscetta – spiega Viganò - come simbolo del cibo quotidiano è stata interpretata da molti artisti secondo la propria visione creativa. Il nostro sogno ha potuto concretizzarsi solo grazie allo sforzo di tutti coloro, privati e aziende, che vi hanno creduto e hanno voluto diventarne protagonisti per questo nel corso della serata sono state esposte anche venti fotografie dell’asilo: dalla costruzione all’inaugurazione scattate sia da me che da Massimo Mannucci”.
Le Tasse e le spese dell’associazione restano tutte a carico esclusivo dei soci e fondatori e non vanno ad intaccare quanto donato per i progetti.
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- Un giorno di tre anni fa  – racconta il fotografo bergamasco Massimo Mannucci, rientrato recentemente  dall’Africa - in un supermercato ho incontrato per caso Stefano Viganò. Eravamo amici, ma come può capitare ci eravamo persi di vista. Abbiamo cominciato a chiacchierare e, ricordando i vecchi tempi, abbiamo scoperto la passione comune per la fotografia. Si è cominciato naturalmente a parlare di viaggi ed è lì che mi ha illustrato il progetto dell’asilo. Inutile dire che mi ha interessato molto e da subito ho voluto saperne il più possibile, così sono andato a visitare una mostra fotografica in cui erano esposti alcuni suoi scatti dei bambini africani. Lì ho capito che volevo diventare parte di quel progetto.
Dopo poco tempo Stefano mi ha comunicato – continua Mannucci -  la possibilità di andare in Kenya per l’inaugurazione dell’asilo. Mi sono detto quale miglior occasione per entrare in quel mondo? E così è nato il mio “attivismo”. Ho fatto quel viaggio con la curiosità di un bambino con tanta voglia di donare e capire come aiutare correttamente chi si trova in una situazione di profondo disagio. Le emozioni sono state forti, uniche, potenti e non riuscirò mai a comunicarle con le parole scritte o con una foto, ma spero che i miei scatti possano essere lo specchio dove leggere la fierezza di un popolo animato da una forte dignità.
Da quel giorno non ho mai smesso di pensare all’asilo, a quei bambini e ai loro sorrisi.
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Massimo Mannucci è socio di My name is Help, ma soprattutto fotografo e nel suo portfolio su fotocommunity si possono vedere le fotografie che illustrano e documentano il suo impegno : “Uno scatto per la solidarietà è un modo semplice e concreto per mantenere vivo il progetto – conclude Mannucci - attraverso l’acquisto di una mia fotografia o del fotografo Lucio Elio, che potete scegliere sui siti http://www.lucioelio.com oppure http://www.massimomannucci.it, inviando una e-mail a info@lucioelio.com oppure max@massimomannucci.it specificando sezione e numero della foto contribuirete al sostentamento del progetto.
Abbiamo anche iniziative che riguardano matrimoni e bomboniere solidali, la donazione annuale del 5×1000, così come è possibile donare direttamente a My name is help quanto e come si desidera”.
Per conoscere tutto quanto riguarda la fondazione è possibile consultare il sito www.mynameishelp.org
     
- Associazione Salotto Culturale Rosso Venexiano - Rosso Foto
- Organizzazione della mostra, coordinamento e Supervisione: Manuela Verbasi
- Fotografie: Massimo Mannucci
- Testi: fonte web (CSV Bergamo)
- Editing: Anna De Vivo
 

- Le immagini che sono presenti nel blog sono coperte dalle vigenti normative sui diritti d'autore, ne è vietato il loro utilizzo in qualsiasi forma e/o scopo. Chi trasgredisce a quanto sopra è perseguibile a termini di legge. Si può fare richiesta di utilizzazione scrivendo direttamente agli autori o alla redazione di Rosso Venexiano Rosso Foto. Le immagini sono visibili a tutto schermo cliccando sulle stesse.

 

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