C'è un uomo al tavolino delle undici
Sembra avere l'acqua in gola
dei canali lenti ricoperti da porfidi sbeccati
(che ad ascoltare bene,
ogni corso del tempo sa raccontarsi anche muto)
Guarda,
rosso in viso,
il senso unico di passanti al Pavaglione
e sa
che ad ogni goccia diluviata
ci sarà l'abbraccio buono di portici e respiri
Ha un bicchiere e un dito che martella note
/ come la messa lunga e mai cantata /
Pensa e scrive di giugno, di tigli ai viali di città
di colli e strade in erba
e cancelli
dove il rame scolora agli antichi giardini custoditi
Sembra non dormire mai l'uomo al bar
Ha lo sguardo in giro come ruota senza fine,
un pomeriggio da scartare lento
e una matita gialla che fuma piano sul suo ciglio senza voce
Ha Bologna fra le dita
il poeta
e un ricordo di sale al palato
da stendere bello
sopra al foglio ancora bianco
- Blog di selly
- 956 letture