Scritto da © Anonimo - Lun, 14/02/2011 - 19:24
Un dentro che ricordi i luoghi
più che le vicende
è forse un’altra memoria di noi
noi, di cui almeno uno è asincrono
in ogni raduno di strade cortili balconi
dove le tempie ci fanno contemporanei
ad un verso
andato su quei visi che rivedere è una geografia
ancora: è ancora
in questo adesso la loro ora?
Adesso la città è turgore
mille dita nel verbo del cemento
ma c'è muffa di pensieri nel ferro teso
dallo stesso verbo che li tiene a noi
la casa dai tufi inebetita
risalga dalle fondamenta sulle mani
succo dei polsi teneri
distanza che inizia da quel luogo
ad averne ragione
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