Scritto da © Dumart - Mer, 10/09/2014 - 18:12
Le radici le ho lì, sul dolce colle,
dove soffiano barbari su braci
ardenti e dove quiete
da voce a lacrimosi sciabordìi
di rivoli immutabili
che accarezzando gli ispidi declivi
fiumare aurate alacremente inondano.
dove soffiano barbari su braci
ardenti e dove quiete
da voce a lacrimosi sciabordìi
di rivoli immutabili
che accarezzando gli ispidi declivi
fiumare aurate alacremente inondano.
Non deludermi amico, dammi ascolto,
muovi con me verso l'ignoto fronte
sali in alto, nell'oltre,
arrampicandoti su irsute chine
per apprezzare l'orrido orizzonte.
muovi con me verso l'ignoto fronte
sali in alto, nell'oltre,
arrampicandoti su irsute chine
per apprezzare l'orrido orizzonte.
Cammina insieme a me
il supremo sentiero dentro al ventre
di terre nere dove cetre tacciono
e brucia il sole agli occhi
su, dove i demoni non son mai altri
e dove nugoli di uccelli oscuri
imbrattano tramonti.
il supremo sentiero dentro al ventre
di terre nere dove cetre tacciono
e brucia il sole agli occhi
su, dove i demoni non son mai altri
e dove nugoli di uccelli oscuri
imbrattano tramonti.
Ardi con me, per una volta, nella
brace, respira polvere,
ardi con me nel mero inferno dove
l'assenza sangue scuce e serra porte.
brace, respira polvere,
ardi con me nel mero inferno dove
l'assenza sangue scuce e serra porte.
Salta con me sul carro dei predati
sul carro degli oppressi
annusa il fango e masticalo,
ascolta delle rose il gran silenzio
e i gemiti degli orti:
risveglierai l'orgoglio ora gestante
con il respiro acuto d'acre notte.
sul carro degli oppressi
annusa il fango e masticalo,
ascolta delle rose il gran silenzio
e i gemiti degli orti:
risveglierai l'orgoglio ora gestante
con il respiro acuto d'acre notte.
Cavalca insieme a me, dai, stammi accanto
quando la sera ascende
e coglie verdi gemme al gelso stanco.
quando la sera ascende
e coglie verdi gemme al gelso stanco.
Dammi una mano, amico, stammi accanto
come prode formica
unisciti a un esercito che sbanca.
come prode formica
unisciti a un esercito che sbanca.
Libagione sarà di sangue e carne
di sangue nostro - forse - e nostre carni
ed udranno anche i Marsi
gli echi fulgenti dei tremendi passi
di noi che lì saremo, fianco a fianco,
a difenderci il fianco,
su azzurri prati e sopra aguzzi sassi.
di sangue nostro - forse - e nostre carni
ed udranno anche i Marsi
gli echi fulgenti dei tremendi passi
di noi che lì saremo, fianco a fianco,
a difenderci il fianco,
su azzurri prati e sopra aguzzi sassi.
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