Scritto da © ferdinandocelinio - Dom, 28/04/2019 - 23:01
Fuori le cose ondeggiano,
s’insinua il consueto mutamento
nella natura morta della vita – morta perché nata,
tendente all’orlo, ridicola-
così la signora X sopra la Classe A del 2013,
con i capelli appena sistemati dal parrucchiere,
quella che ha visto suo figlio essere bocciato
o forse no, quella che si scopa Giancarlo del terzo,
la signora X, nell’inesausto mondo morto di signore X,
sa piangere, sa ridere, è la vita.
Dentro no.
Dentro è ridicolo ugualmente, ma tutto,
giacendo alla patetica idea che il futuro sia pericoloso,
resta esattamente incollato
come suola
dentifricio
cera per capelli o lacca
forfora che scivola sulla giacca
e allora si smette di ballare, è la vita, ma non troppo, la morte, qualcos’altro.
*
Fuori, la signora X esce,
costeggia il lungomare con i pensieri di dentro,
ma l’aria è buona,
non è la primavera a spezzare la noia,
la primavera è un dippiù,
nata al solo scopo di ritornare,
il terriccio secco che vede sbocciare i primi fiori,
lo sposalizio degl’alberi coi frutti,
o forse non nata, è lì da sempre- relativa, utile-
la signora X assaggia uno a uno i metri sull’asfalto,
la brezza popolare di Messina (al mercato Vascone)
è un incentivo a fuggire,
il dentro gli si incolla nel palato:
pc
pantofole
occhiali
finestra
finestra rotta
dal bagno alla cucina
dalla cucina alla stanza da pranzo
poi sopra
poi sopra
sopra e sotto
sotto
col dentro dalla noia lei parte in strada;
il mercato è pieno di persone, è la vita, è la morte, o tutt’e due.
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