Scritto da © ferdinandocelinio - Sab, 27/04/2019 - 16:30
Eppure so,
di quando l’amore raccogliendosi esatto
in uno sconvolgimento tutto
abbaglio
requiem
morte dapprima
e ancora vita,
staccandosi dal corpo e facendosi corpo e matrice,
bocca che respira soffocando,
affogata dal pianto,
come me che oggi raccolgo i pezzettini in una scatola,
e dall’altro lato, lontano, il sole,
e dall’altro lato il maestrale
di quando l’amore si staccava,
generando speranze picaresche
dallo stesso lato del sole, vicino, e tutto attorno il futuro.
*
Padre
Alle volte ti ignoro.
È così.
Stare col dolore non è facile.
E tu che hai perso l’appuntamento con la tua strada.
Invece a stare a vivere senza di te
quasi mi sento in colpa.
Non so cos’è meglio.
Eppure i tuoi passi sono vivi sulla neve.
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