Scritto da © Anser - Mer, 05/01/2011 - 23:48
Trasformare orrore in pianto,
spezzare il cielo a guardare
frazioni di nubi
[ si baciano i profili
d’ogni liquido sogno]
dune nascono dove muore
il tentativo d’essere mare,
a bordi slabbrati
di sabbia e vento
[rimane una linea sottile
a segnare il confine]
le lavandaie di Siracusa
hanno acqua e sale
e nella gonna
odore di lontananza.
Si aprono labbra,
si muovono fianchi
ad ogni colpo d’amore,
a questa tenace fatica
che asciuga il sudore
[cosa rimane, infine
d’ogni batticuore?]
si balla di tango e sfortuna
alzando gonne, sfiorando
il limite di dio
che s’ arrende con sorriso
irreparabile, stanco.
[erano i giorni che sbocciavano
timide bacche di gelso]
ed ognuno cattura la luce
ad incidere l’acuto del cuore,
in un silenzio di sale
che accartoccia la mente.
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