Scritto da © fabiomartini - Ven, 28/05/2010 - 21:38
Anno Domini 1181
Dieci anni che il mio filo si fa seta di lana
al colore del muschio verde
nell’attesa guardo ogni istante che passa
oltre il monte e nel profondo di queste valli.
San Giorgio dal pendio dove il verde è più verde che mai
suona una campana lontano.
Tutto si scalda soltanto a sognare che tu
sia lì dove sei pensando a noi.
Dieci anni un ricordo che mai si opaca al tuo sorriso.
Ogni anno rinasce ogni volta
nella speranza estrema d’averti con noi.
Capovolgo e ancora di nuovo capovolgo
le ore di sabbia che lenta scende
tra il vetro stretto del canale.
Lune, pollini, soli e foglie di maestrale
a soffiare sulle ventane sfaldando profumi lontani.
Verdi primavere sempre stese ai fiori
soffiano i colori della preziosa pietra d'Assiria e Babilonia.
E dalle mille stelle a infiniti orizzonti
perduti chissà dove
la tua voce da Oriente è un sussurro notturno solo per me.
In mille e mille sere rimaste buie
come perse notti fredde
profondamente vissute le ho accanto a te che mai ci sei.
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Scritto da © musamalade - Ven, 28/05/2010 - 20:14
Di lei.
Lei mi ha aperto e mi ha uccisa
lei mi ha strappato a me stessa come una poesia
e io la vedo che mi sorride anche se è lontana.
Lei mi ha baciato le lacrime e le cicatrici
e non so come dimostrarle il mio amore
mi accompagna dappertutto e mi lascio guidare
sono una bimba che ha paura a sfiorarle la mano
e la guardo da sotto i ricci arrossendo e sorridendo.
Lei certe volte è triste e io non so che fare
il cuore mi diventa roccia e punge
vorrei tanto abbracciarla e raccontarle di lettere morbide
è grazia sensuale e ruvida scogliera.
Lei è il vento e il mare
è la livida tempesta che piange confetti porpora
[è il violino che ti rovescia il cuore]
la mia nube che avvolge e che dolce mi accarezza la pelle
mi dice guarda osserva senti e mi zittisce col dito sulle labbra.
lei mi ha strappato a me stessa come una poesia
e io la vedo che mi sorride anche se è lontana.
Lei mi ha baciato le lacrime e le cicatrici
e non so come dimostrarle il mio amore
mi accompagna dappertutto e mi lascio guidare
sono una bimba che ha paura a sfiorarle la mano
e la guardo da sotto i ricci arrossendo e sorridendo.
Lei certe volte è triste e io non so che fare
il cuore mi diventa roccia e punge
vorrei tanto abbracciarla e raccontarle di lettere morbide
è grazia sensuale e ruvida scogliera.
Lei è il vento e il mare
è la livida tempesta che piange confetti porpora
[è il violino che ti rovescia il cuore]
la mia nube che avvolge e che dolce mi accarezza la pelle
mi dice guarda osserva senti e mi zittisce col dito sulle labbra.
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Scritto da © max pagani - Ven, 28/05/2010 - 19:50
La storia di una Storia
Martina Dietro la Palude
E sono fiori e confetti
E regali da scartare
E sono viaggi e programmi
E forse una pancia da riempire
Sembra una specchio argentato quello all’orizzonte
Sembra un lago incantato incastonato dietro un monte
Di quel lui che non riesci a fare senza
Carne solida, ma che ci vedi in trasparenza
Nulla che somigli alla paura, all’agonia di un incidente
E’ la Palude di Martina, che si avvicina velocemente
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Scritto da © Ezio Falcomer - Ven, 28/05/2010 - 19:42
Chihuahua 3. Asterix Reloaded
Ubi maior sergent cessat.
Ubi maior maior ubi (chiasmo).
Ubi maior ubi maior (anafora).
Sergent maior ubi cessat (anastrofe).
Ubi cessat maior ubi sergent ubi cessat maior..... (catastrofe).
"Le brave ragazze vanno in paradiso, quella cattive dappertutto", Levitico apocrifo, 26, 4.
"Papà voglio la Wi Fi". "Ma cosa te ne fai? Sei già grande per queste cose. Hai già le Winx, la Barbie, Cicciobello...".
"Papà voglio la R4". "Ma sei ancora troppo piccola per rimanere incinta. Non ti serve a niente...". “Uff… Nintendooo!”. “E lo capisco che non intendi!”
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Scritto da © ariele57 - Ven, 28/05/2010 - 19:40
dirò a dopo per non copiare
con gli occhi aperti
che osservano le scarpe
conto fino a tre,
nascondino
è gioco d'emozioni
e tu sospeso
m'ascolti
ed io richiamo
il vento al limite.
poi rincorro
gioiose
le ombre
degli alberi
come quelle cinesi.
amiche mie farfalle
tacete
che non si senta volare
una mosca cieca mentre
i bruchi son sotto scorta.
copro la tastiera
incriminata con le dita
picchietto,altrimenti
scoppio
e non trattengo più la risata.
cosi respiro per voi
su un foglio
programmato in una scatola,
lo schema libero
è del verso
cosi affondo inconcludente
nel blu
del gran prato
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Scritto da © Anonimo - Ven, 28/05/2010 - 19:17
L'Ombra non vuole pensieri
Abbiamo un sangue da mostrare
un sesso fluido e mai turgido
che pure ingravida e feconda
e non si sa quale piacere provi
a dare vita a congerie di parole
in quest’idea di labbra amare.
Ci mosse da quel nettare di fango.
Ci mosse uomini osservanti simmetrie,
le stelle superiori, i conci affranti.
Le misure esatte di questa valle, la sazietà
delle risposte.
Ma ogni cuore ha una certa tensione.
Il suo volume minimo pesa la paura
dalle vene del futuro.
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Scritto da © gatto - Ven, 28/05/2010 - 18:46
Alessia alla sorgente
Acqua azzurra a dissetarle gli occhi,
Alessia nel sembiante vede solo
quel liquido lucore e trasale in forma
di ragazza, in natura vegetale campita,
tra querce, salici e magnolie.
Viene nel tempo della storia dei baci
dati a Giovanni nel 1984
mistica comunione di salive e
il cielo si fa immenso nello sguardo
e tutto accade, l'amore con Giobanni,
la tenda aperta sulle cose
del campeggio immaginario nella radura
del tempo fino al tempio o al
giardino segreto trascritto nel diario.
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Scritto da © Bruno Amore - Ven, 28/05/2010 - 18:13
Burlesque
se a scopar non metti mente
tu non c'hai capito niente
l'esercizio ripetuto
con l'attrezzo nerboruto
lo san fare anche le rane
per goder non basta il pane
c'è negli occhi di quell'altra (o)
bello vivo come un mantra
un sensuale godimento
che rifulge in quel momento
tu l'afferri prontamente
più con l'anima e la mente.
(chi sa 'o fa)
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Scritto da © ariele57 - Ven, 28/05/2010 - 17:35
l'energia nascosta
ha trovato il suo gomito
e scalpita,
assurdamente
si sforza,
ristagna
poi un colore
dal violetto al lilla richiama
una mano
oltremodo ferma
da l'inizio ad una danza
ok contenta
è giunta l'ora ,ballo da sola.
è predisposta l'arena
il rullio in un olfatto
comprimo singhiozzo
ago puntura
l'energia nascosta
ha trovato il suo gomito
e scalpita,
assurdamente
si sforza,
ristagna
poi un colore
dal violetto al lilla richiama
una mano
oltremodo ferma
da l'inizio ad una danza
ok contenta
è giunta l'ora ,ballo da sola.
è predisposta l'arena
il rullio in un olfatto
comprimo singhiozzo
e accetto.
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Scritto da © Franca Figliolini - Ven, 28/05/2010 - 16:15
Il treno
- Che bel sorriso luminoso ha in questo momento, le dice l'uomo di fronte, con cui finora aveva scambiato solo banali frasi di circostanza. Lei rimane basita, non sa che rispondere, quando lui aggiunge - pensa al suo amore?
Ancora più incredibile, riflette lei, e improvvisamente decide di rispondere. Perché no?, si dice. Non lo vedrò mai più, scomparirà dal mio orizzonte fra poche ore, non appena sarò scesa dal treno.
Lui la incalza, chiede - l'ho messa in imbarazzo? E lei raccoglie la sfida, e guardandolo negli occhi, nerissimi, luminosi e belli, risponde - no, non pensavo al mio amore, pensavo ai miei amori.
- Usa il plurale?, replica lui, con tono ironico.
- Sì ho usato il plurale, ribadisce lei, ma stavolta abbassando lo sguardo, perché non vuole che lui la veda troppo sfrontata, pensi chissà cosa, quando non c'è niente da pensare. In fondo non c'è nessuno più fedele di lei, solo le capita di innamorarsi e quando si innamora di qualcuno, non smette mai di amarlo.
- Ma non le sembra un po'adolescenziale, questo plurale? Quando avevamo diciotto anni, allora sì si diceva che l'amore non ha limiti, che non è una torta che se si divide in più fette ne tocca di meno a ciascuno.
Pazzesco, pensa lei, e glielo dice - Lo sa che ha usato esattamente le stesse frasi che usavo io all'epoca a cui si sta riferendo? Comunque no, non mi sembra adolescenziale, mi sembra vero.
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