Scritto da © LePoèteClochard - Gio, 27/05/2010 - 15:57
La maledizione della camera del Fraz (atto IV) -estratto dal mio romanzo, capitolo 20
Cloe ha appena finito di lavare via la granita di vetro e sangue dal pavimento, adesso dovrà lavar via la colpa. Il suo problema –dice Ummerda –è la cattiva influenza di D. Il suo problema –dice D. –è che lei ragiona con la fica. Il problema di D. –dice lei –è che lui ragiona con il cazzo. Un evento che accade è come un dado. Offre una faccia diversa ad ogni coppia d’occhi. La casa dev’essere pulita entro le 6, perché oggi attendiamo pretendenti alla camera del Fraz. Non possiamo permetterci che un’altra persona se la dia a gambe dopo 24 ore. La stanza del Fraz è infestata. È un periodo no, questo. Fuori il tossico, il malavitoso, la ragazzina punkettona pane e salame. È come se la camera del Fraz pensasse, come se fosse dotata di un’anima e aspettasse invano il ritorno del suo illustre inquilino. Si è aperto a casa un periodo giacobino.
La cucina deve rimanere pulita fino a stasera. Dobbiamo piazzare la stanza a qualcuno.
Ci ha lasciati anche Rizlo. Rizlo, l’uomo che mi aveva fatto entrare a casapace. L’uomo che mi somministrava negroni e vodka lemon ai tempi in cui stavo con la donna-Druido e litigavamo e bevevamo. Litigavamo e bevevamo. Ere fa. La partenza di Rizlo era annunciata. Ormai non si vedeva più da mesi. Impegnato col tirocinio in un’altra città, dopo aver rotto con Cate, con Palermo, con tutti, ha ufficializzato il suo addio. Ero rimasto l’unico della vecchia guardia. Il satrapo di casapace, e in quanto tale mi toccava la stanza dell’anziano: quella bellissima nel soppalco, con zona giorno nell’anticamera, zona notte e verandina privata per ottime pecorine con vista cattedrale. Ora che ho questa stanza, posso accarezzare l’illusione di essere qualche metro in più vicino al sole. Il soppalco anni fa era il regno di Pinnie e Rizlo, amici dai tempi del liceo. Motori di casapace e polmoni rivestiti in THC. Mi sento solo. Ho una camera bellissima. Ho perso i miei amici. Ho una camera bellissima. Devo darmi una mossa con il dottorato. Ho una camera bellissima. Non ho un cazzo da mangiare per stasera. Ho una camera bellissima.
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Scritto da © Bruno Amore - Gio, 27/05/2010 - 14:10
Limerick "OO"
contento davvero io appena fatto
giù disceso nel water ratto ratto
è lungo digerire
un pasticcio da dire
alfine son libero, mentecatto.
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Scritto da © Princ3ss - Gio, 27/05/2010 - 14:03
Io
T'inclino le ore del tempo
e se scrivo corrispondo a un fabbisogno
Testina dolomitica, dicevi
fortuna tua, dicevo
Sfiora il vento le piante del mio orto
e tu
che mi guardi mentre le curo
e pensi soltanto a come farmi l'amore
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Scritto da © Anonimo - Gio, 27/05/2010 - 10:55
A casa del mio ego
Stava nella sua poltrona quasi atono
il bambino di sempre che nello ieri continuato
della nascita mi trovò
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Scritto da © ariele57 - Gio, 27/05/2010 - 09:55
quella strana meta
alle sue spalle la luce misi
appesi l'ombra
e con i denti
tenni dura
a morsi
la speranza .
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Scritto da © ariele57 - Gio, 27/05/2010 - 09:43
ai ricchi la ruota a noi la pala
noi saremmo miseri,
ma del tempio
ricordiamo
lo tzunami
ergo sum
nessuno imiti
nella coscienza giace
il filo della costanza
capaci nel blatero
alteri di vissuto
infantili controlliamo
un nuovo giocattolo
e le righe che un quattro ruote
lascia nella polvere
euridipendenti
da chi doniamo stracci
vorremmo inchini
e
nel gesto
di pretesa
mostriamo
indifese terga ai vili
e
incassiamo il capo
nell'apparenza.
can camminì
dammi la tua coda
per cancellare le tracce
e sostienimi,
dentro la luce che scolora
voglio ritrovar decoro e grinta
per
non perdermi nel sonno
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Scritto da © musamalade - Gio, 27/05/2010 - 08:25
( A te che di rosso intingi ancora le pareti del mio animo.)
Gia svaniscono,
le ombre di una livida realtà
Vorrei toccarti ancora.
Vorrei restare qui..
confusa.
perduta nella mia innocenza.
le ombre di una livida realtà
Vorrei toccarti ancora.
Vorrei restare qui..
confusa.
perduta nella mia innocenza.
[danza nel buio,sconvolgimi l'anima e poi
danza ogni istante
travolgi
disarmami.
ora.
danza ogni istante
travolgi
disarmami.
ora.
io Vittima
degli occhi della tua nuda assenza.
perduta e libera.
non basterebbe urlare ancora.
degli occhi della tua nuda assenza.
perduta e libera.
non basterebbe urlare ancora.
danza nel buio
sconvolgimi l'anima, e poi
danza ogni istante
travolgi, disarmami, ora. ].
sconvolgimi l'anima, e poi
danza ogni istante
travolgi, disarmami, ora. ].
La mia mano contro il marmo che ci divide.
IL fosso che ti custodisce.
La tua foto sorridente tra fresche fresie bianche.
Qualcuno è passato già prima di me.
Ne sento le lacrime addosso.
Te l'ho detto e ridetto,anche oggi sotto la pioggia.
Il dolore per la tua assenza non accenna a diminuire.
invecchierà con me.
Tra le mie future rughe d'espressione,ci saranno ancora le stesse,
che ti appartengono.
Vita mia,Auguri.
Se questo ormai valga qualcosa.
..'sarebbe molto più bello,per non dire stupendo tornare a dirti
quanto ancora ce n'è di bene per te.
IL fosso che ti custodisce.
La tua foto sorridente tra fresche fresie bianche.
Qualcuno è passato già prima di me.
Ne sento le lacrime addosso.
Te l'ho detto e ridetto,anche oggi sotto la pioggia.
Il dolore per la tua assenza non accenna a diminuire.
invecchierà con me.
Tra le mie future rughe d'espressione,ci saranno ancora le stesse,
che ti appartengono.
Vita mia,Auguri.
Se questo ormai valga qualcosa.
..'sarebbe molto più bello,per non dire stupendo tornare a dirti
quanto ancora ce n'è di bene per te.
di bene per te.
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Scritto da © Bruno Amore - Gio, 27/05/2010 - 06:18
La nave dei sogni
Decisa inesperta la presa
stride il coltello spacca la canna
due stecche elastiche nascono
una curvata fissata a croce
all'altra dritta legata forte.
su spaghi si tende rutilante una
veste di colori accesi leggera
frale all'apparenza ma potente
il vento non ha compassione
e nastri e catene d'anelli
dalle punte ai lati si sciolgono
come un gran pavese
parafrasi d'una stella liberata
per un viaggio nel cielo.
un'eterea nave per portare
nell'azzurro terso dell'età più bella
pensieri grandi senza orizzonti
una vita tutta di sogni
come un primo volo.
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Scritto da © fabiomartini - Mer, 26/05/2010 - 16:01
Il tempo del muschio nei boschi (Quando vi penso).
Lontano…
Più lontano
degl’occhi di mio padre,
fiumi grandi,
sponde perse alla vista
e noi tra i tanti
che spingiamo
tronchi alla corrente
mattino e sera.
Il freddo punge.
Ghiaccio e neve nell'aria.
Lontano.
Molto più dietro
di questo mio vetro
ricordo
il tempo del muschio dei boschi.
Non rammento le voci,
ma pioveva e rullava
e rombavano nel cielo
leggeri tuoni distanti.
Occhi bassi
a guardare i pesci
passare sotto noi.
Piste distratte
tratti lunghi e ritorni
e spinger di tronchi.
Un senso inquieto
di provvisoria vita
e poi
il pericolo...
Cammino insolito
non scelto
ma obbligato.
Scantinati.
Fango e acqua
vecchi e stanchi
fredde capanne
giacigli scaldati
e tronchi tagliati.
Querce umane
animali da bosco
scopritori di terre lontane.
Srotoliamo sfortune trovate
...giammai cercate.
E’ così che ricordo
e vorrei non pensarci.
Vado avanti.
Tagliare e tagliare,
rumori della mente
vi sento
qui
intorno a me
seduto anch’io
...tra voi.
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Scritto da © Anonimo - Mer, 26/05/2010 - 14:33
Dal libro dei vivi ignari di sè
Si sta così pieni in questo vuoto dov’è la terra!
Perché con fondersi?
Oggi è il giorno da diverse settimane, ormai.
Si ama e si odia e si accavallano le gambe
come il Nilo in secca:
demone di sventura sulla sete dei gonfi.
Pensare un che diverso, allora.
Penso alla frescura che ogni fiamma porta in sé.
La sua lama di rinnovo: un bruciore che langue;
la riconversione della passione rottamata;
il muscolo vero dei calendari.
Posto che sia quel fuoco
da bere intero, ditemi se non trema
l’anima che antica
va silenziosa al suo angolo di cottura.
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