blog di Ezio Falcomer

Mi ammoscio su lungaggini d'orizzonte
scroscio pensieri e veleni
sfascio cartilagini e crisantemi
piscio lunatiche tossine
striscio ubriaco lungo muri di mattoni

Colibrì
tra favole
entusiastico giocare
passione di germoglio

Furore di polsi arsi di sensi
il cuore pigola
da plettro accompagnato
cigola su incerte strie
da non so quali falene dipinte
una stella mugola

E va bene così fammi a fette
consumami nei tuoi rendez vous
mangiami col chili o come che vuoi tu
sono nato da una farfalla inquieta

Il treno batte mille rintocchi
su ogni grumo di storta rotaia
voglio arrivare sì ma senza fretta

 

sciacquare via la nebbia distratta

Gocciola il sentire
fra brividi e miasmi
s’inquietano i fantasmi e i boccioli del dolore
in questa fonderia dove si liquefa il giorno

Cos'è che c'è
in questa spugna dov'è intrisa la vita
in questo sogno
in cui muoiono gli dei

 

ragnatele di eventi

Asce scorrono lungo i viali dell’anima
svaniscono i fenomeni
a scroscio si riversano le falangi
mischia bolgia omicidio

C’è quasi un niente
di là dal monte
come una fonte
un chicco di grano

Le cose scrosciano dentro tempeste di suoni
le sirene diramano fetidi brividi
le luci della città si piegano alla resa
i tacchi rimbombano schiamazzi di storie