Scritto da © Ezio Falcomer - Sab, 07/01/2012 - 11:44
Che le mie ali di angelo demone
ti avvolgano nel profondo
ti abbraccino
scaldandoti il cuore
titillandoti il capezzolo
allertandoti il clitoride
alleviandoti l'anima
rallegrandoti lo spirito
guarendoti il desiderio
aggravandoti il desiderio
viziandoti con verga di padrone maestro
punendoti con verga di padrone maestro
distraendoti con verga di schiavo turistico
avvolgendoti con verga di ospite turco
insidiandoti con mano di camionista lascivo
piuma la punta dell’ala
ti aggravi la psicosi dei sensi
medusa la mia bocca
ti bruci le labbra
mannaro il mio dente
devasti la tua natica
ti intrida il mio veleno salvifico
ti intrida il mio seme analgesico
giorno dopo giorno
negli attimi degli attimi
nei secoli dei secoli
fiori del male
farmaci del bene
pozioni d'amore
oppio fatale
alla tua anima
ormai rinata
alla calda vampiriasi della mia
presenza complice coniuge incestuosa prostituta
per niente amica.
Questo le dissi
varcando la porta
che sinistra morbosa giocosa avvertiva:
“hic sunt leones”.
“hic sunt leones”.
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