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Poesia

Che Ne Sapete Voi Dell'Amore

Che ne sapete voi dell'amore,
corazzati dalla tranquillità
ordinata e senza sussulti
di chi ha spento il suo cuore?

Che ne sapete voi di lacrime
che scorrono senza freno
portandosi appresso la vita
perché ha perduto il suo senso?

 
      loripanni               

L'adagio

Regalarti le parole senza senso
che si muovono dentro
mi è impossibile
come frenare il lampo di tristezza
quando vai via.

Se il giorno

Se il giorno non cede
parlami di te sotto le spighe
Mangerò i grani della tua angoscia
e di pane fragrante
costruiremo il nostro tempo
 

Silenzio

 
Silenzio
fischio lontano
che scheggia il cielo
in notti sospese

Dove ci porta il blog

Una parola, un commento
andiamo anche noi
che forse il salotto stasera è più rosso
e c’è qualcuno che ci interessa
con quelle sue scarpe viola
il maglione trasandato
il sorriso accennato.
E la timidezza
la timidezza vera
quella che attira
come il suono di un fiore appena colto
come l’onda dei pensieri avvolti nel mouse.
O quella finestra accesa
di notte
sul monitor in attesa
il creare di nuovo
assopiti mai
l’insieme c’incanta
il contatto ci svolge
l’ombra di luce piena
ci viene incontro
come due più due non fa quattro.
E’ il salotto di Manu.
 

Come ci rotola la memoria.

 - Se le statue cedono i marmi, se le balaustre
abbandonano i ferri e i ponti, i ponti scavallano

I silenzi del comunicativo - Delle tue colonne ancora

Non ci sono più fumi a Londra
non aspettano i risvolti

La ragazza che suonava di notte

 
 
 
 
 
 
Il rumore del giorno nella testa
evapora di colpo
e il buio del silenzio
-onda di clessidra  
tra dita di vento-
si dilegua
(come eri triste
-oggi-
fra le tue note)
 
 

Sferruzzo

Sferruzzo pensieri sbiaditi
di lana bouclè,
per farne una lunga sciarpa
da avvolgere attorno
 momenti infreddoliti,

(di) Bambola Evocata

credevi...
che forse non potevo essere in grado di dire fare lettere e baciare
che era tutto un copione che mi studiavo la mattina tra il caffè e lo spazzolino
che non mi piacesse vederti ridere e saperti felice
che non mi fregava quando ponevi delicatamente attenzioni sulle mie palpebre
di non avere abbastanza senso per permettermi di capire quanto mi volevi bene
che non ero fragile e sensibile quanto basta per essere dolce e tenera
che non ero abbastanza abbastanza abbastanza
che sarei cambiata e trasformata in premurosa geisha tuttofare
che se non piangevo era perchè non sentivo nulla
credevi e ci credevi tanto alla storia dell'algida e disinteressata
della fredda e indifferente
della cinica ed egoista
di plastica e metallo
silicone che scorreva nelle cavità del mio cuore
ci credevi alla follie di cui mi nutrivo
che un giorno sarei morta bruciata
fumo nero e sgradevole come barbie sul girarrosto
senza peso che agisce agisce agisce
senza respiro
pellicola
pellicola
e ancora pvc
avvolgimi
ora
stringi con il nastro adesivo di tela nera
legami polsi e caviglie
e buttami
buttami
dopo l'uso
si butta
l'oggetto
la polvere
le cicatrici
i ricordi
le sensazioni
e da buttare via la mia pelle
non pensarci più
( mi farai sapere un giorno quanto mi vuoi bene?)

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