blog di woodenship

La carpa è nel torpore del suo stagno
che ci vede brillare il suo universo:
da riva a riva, placida e torbida
la noti a dar di coda a pelo d'acqua

A verità dovrei ammetterlo sul serio

che solo questo m'appiglia cinico:

la crudeltà non è che un lampo

Siamo eterni e non ne cogliamo nesso

fragili ed impudenti eleviamo torri

sempre più virtuali fabbriche vuote

Mi manca il richiamo in queste notti:

s'allungano stinte fintanto che è l'alba

perversa e silente, come fosse troppo presto

Melodia soave nella notte sale

onda, note da un gemere di fronde

come d'amanti i sospiri scosse arie.

 

In costanza di segnali, come da una stella

ghignante cadaverica dagli anni luce,

percepita non sazia è la pandemia

 

Ci ho scavato solco

con passo di fiele

su quella via brulla

che a te porta

intinta di miele.

 

Osservo accortezza nelle rondini

che vanno e che vengono, la dolcezza

rimuovendone, poi che inebria curva

Persino facile annusarla tersa

che ancora rinversava umore freddo

a febbraio, pur figurandone inizio