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Poesia

Come bufalo d'acqua

Come bufalo d’acqua mi muovo
nell’umido fango della vita
con il carico di pensanti fardelli
posti sulla groppa ormai stanca.

Tutto di me è consumato
estratto il succo della mia carne
spolpate son le ossa [ormai
sulla fronte alamari di sconfitta.

Non è tempo di sognare l’amore

Ricordando zia Maria

 Pinuccia, io lo so

che mi stavi pensando;

avrei voluto dirti tante cose... Leggi tutto »

Una coppia a poker

Tu chiedimi di essere felice
come un capello di sera
controluce tra i fari
mentre i giovani passeggiano
invadendo le strade, siedono ai bar
si guardano e dicono di chissà che cosa
 
Tu chiedimi di essere felice
di un nastro di catrame come notte

potremmo

potremmo metterci a un tavolino
e parlare di nuvole io e te

oppure aprirci i cuori
per vedere se in fondo in fondo è tutto mare
ma poi non cambierebbe niente

se la tua mano m'impugnasse chiudendo gli occhi
forse sarei geloso dei tuoi pensieri li

Profuma l'aria di Aprile

L’aria finalmente tiepida innamora i respiri
lo stridere dei gabbiani è meno dolente,
le nostre ombre danzano lievi nonostante
e il sorriso si desta dopo il lungo letargo.
 
Vestiti di niente vorremmo ora navigare
l’approdo ci appare meta raggiungibile,

Cucinare la vita

Resti di sole accecano i fasti passati
nel gusto perfetto di una sapida esistenza
libero la mente, affondo di conoscenza,
ingrasso talvolta di poco l’anima
mondando l’indole poetica del cuore
e cuocio i sensi trafitti dai mesti canti
nei crudi nodi sgranati duri a bollire.

Un alito di zefiro

 
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Son di vetro queste lacrime
ma non fanno rumore

Anche l'assenza

di te amo anche l'assenza
che le mani accolgano il tuo viso
le dita disegnino le tue labbra
e non ci sia né viso né labbra
né te
 
 
 

Nei ritorni

Vortici
Spirali ad imbuto
dove le mie mani annaspano
modellando
momenti di creta
plasmandoli a tua immagine.
E riprendi forma e colore
mentre ricompongo
la figura del tempo
assemblando
gli incastri del puzzle
spazzato via

E piangeva...

 Sulla soglia della sera
affliggendo tempo
stancava attesa
orlava albe
di brevi tramonti
con perle di pianto
E piangeva…
sbiadita ancella del pensiero
finché 
carezza Pan nel suo meriggio
lacrimata terra.

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