Dax82 | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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Dax82

Boldini -Nudo- ©Paolo Sprega

 

La ferormonica

Sboccato sbocciare, da varchi di madore
saturi, batte Amore di primera,
sebo d’arrisura in una torrida savana,
lo sbatte di fronte alla schietta provenienza
quando è spiga acerba il suo calore.
Acre d'aromi a invisibili nari
dall'altra cesta cromosomica viene
del cosmo ferormonica per l'aria gronda
una farinata cui si apprende l'impressione
in colla tatuata sugli ormeggi cerebrali.
Cedenza sprovveduta, provvida di sale
asseta sterminati gli estatici agrumeti
che ancora non si è scossa la stagione,
turgida s’imbarca per le strade una voglia
fra colli dove in pascolo i repressi e rosa
sogni perardono all’aurora di passione
crudescente, e la mente carica le masse
in una corsa ricorsa a dinieghi leggeri,
filare di pieghe che rende il faticare
allo svaporare dei pensieri sottomesso.

 

Amplesso(tanka)

Nel ventre irruppe
un’afa dissetata
dalle percosse.
Nessuna pioggia sa,
del tuo sorriso, l’acqua.

 

Sesso orale in metropolitana

Ormai si sa, che si continua solo
per zuccherare il gusto, ad intento limpido:
passa in balenate da falchi a prede,
da parte a parte rimbalza e si tasta
che muovi sulle funi invasata e sospesa
nell’imbarazzo, come fossi nuda fra tanti,
che mi si attacca alla pelle un desiderio
incalzante, nella chiusa del vaso proibito.
Sfuggito al controllo, tutto si rivela
in quel mezzo sorriso! Ah, se potesse parlare!
Se ricordassero come dare spago
ai sogni, se uscissero fuori, i pendolari da qui,
non avremmo il peso di chiedere perdono
quanto non abbiamo la stoffa per fare
altro che pensarlo, ma che colpo al tempo,
che ago nel pagliaio, che sudore
per questo cervello! Che regalo
ci fa la comprensione dello sguardo!
Non serve neppure un saluto - ciao,
amore d’impulso, ciao,
tutto è consumato e sincero!
Ci conosciamo? (sì, io credo). Addio,
a presto, mondo mai realmente
mancato! Già... se non restasse
il dolce tormento del pensiero,
la seggiola vuota, ancora umida e calda.
Carminio Tsunami

Carminio
tsunami, cupida
cubiscimi la carne
in virgole impuni, tagli,
accenti squadri, furia,
un sunto isterico
fatto appannaggio
delle tue mani.

Bieche polveri
vestono l’affanno;
dall’occhio al centro
il cerchio si acceca:
soverchia il sole, mi sormonta
l’aria, la fotte coi cavalli
del sale scheggiati
sulla scogliera.

Cima di latenze
zero, lo sciacquio
misterico, radente,
secreto schizza
fino allo spasmo,
sconquassa l’agonia di prati
all’alba, trombi aulenti
scampati ad una calma solo lei

ripudiata. Carminio
tsunami, rapida
svanisci dalla carne in panne,
con te sfregi e magli,
percosse languide, godori,
ai primi raggi increduli
venuti sulla soglia
dell’indomani.

 

Obsessiva

Ad ogni varianza
della tua geometria
il tempo si adatta,
ora s’inceppa ora langue
ora emula un raggio
gravitante ora tace.

Il pendolo armonico
si scioglie al vapore
dell’esclusiva riservatami,
vira
annaspa
dimentica di ossequiare
la fisica ed io
dimentico il fiato che manca
poi riprende ma non è
più lui, è il martello
del sangue in testa, la frustata
lenitiva. LSD
emana dalle tue gambe,
spinge frena lascia
me ed il tempo
come un tema di Dalì
dissolti inermi stesi.

Tu batti dentro e fuori
di me a piacimento.
Ad ogni movimento
della tua fantasia
il siero si adatta,
ora invade l’infrarosso
ora lascia sospeso
a ticchettare come dinamite
inesplosa
il desiderio.

 

Improvvisazione di saliva

Improvvisazione di saliva,
quasi scritta, una prima precede
predizioni, si fa invito e poi
persuade i nervi accesi,
si traduce in moto, plausi aspersi,
tesi di miofibre, singhiozzi
di risa e lacrime uterine.

Alacre tanto da non farti
venire a patti con le corde
vocali, eccedo nel fiaccare
quell'accorata, fremente voglia
di rivalsa plateale,
di prendere parola per un: “lecca,
leccami ancora”.

Procede la sortita
nello sgomento, incede la lingua
nel carezzare il premio,
finché ti accorgi di amare l'assenza
di tempo per una comprensione...
Poi cede al limitare del proscenio
tuo sacro la mia caustica orazione.

 

Mephisto seeds

Nitroglicerina come seme spruzzato
a rapporto neurale di trasmissione,
comandante Fisio. Armed.

Fiale gli hub del cerebrum ci smistano il travaso
simbiotico di simboli in segnale funambolico.
Leisure calling. Countdown started.

Three. Un lasso di trasporto al plastico,
ricarica munita, C6? Sì, e di quella a mano.
Al mio vezzo detona, pronti, via.

Pirogènie e metanolo a martellate per caldo
su caldo esalta peristaltico in aria
- le bolle di mantello riversano al suolo,
dai tasti ossigenati, facilità eruttive
anche effusive - come un dragster a miscela
compressa sei a uno, senza freno a paracadute.
Dimmi cosa mi faresti. Dimmelo adesso.

One. Avverto sul martire paonazzo della cute
il fascino del nulla in tenuta circense
presso la fune sospesa sul lungo termine
della memoria, con la miccia partita
che la mangia dietro i piedi a metri d’angelo
e volo appiccato. Che altruisti ossessi.

Il wattaggio va e noi presto
veniamo sì, all’elemosina essenzialmente -
evacuati. Ricordiamo da lontano solo
lo spettacolo di Hiroshima
e Nagasaki formato festa universitaria
con Mefisto a presidenza
e un senso saturo di bella vita.

.

 

Cadendo in te

Scampoli d’ore:
vengo vicino,
cade la mela
e si rivela
il mio destino
di peccatore.

Sùbito re.
Linea di fondo.
Bello il proibito.
Sottile invito,
si eclissa il mondo
cadendo in te.

(da "Il calore sugli spigoli",Ed del Grifo,Lecce,2007)

 

Petali di ren

Plettri di ren, tumidi bagnanti,
morbide penne,
rammendature di rimando:
trame sulla sete
meridiana
matura.

Calma rigonfia, pressione
fra i pensili sonni
del fiume
al sole: in un gorgo di alterni
petali, anime, placide su cui
torreggia lambito un gusto salace.

Lamine di loto, madide labbra
nel molle molleggiare come le nostre,
adibite
ai baci sterminati
- quei lenti andirivieni sulla crema
dell’acqua.

 

 

Sbavature

Scoppi approcci di combusta
resina snocciolano
imponderabili
lingue smanianti
irretiscono l’indomito
animo
venti nel dì ossido
lancette pirografiche, uno
scolo il quadro
patema di incontrarti

sùbito ti bussa
alla porta ammanigliate
leve scarlatte chiazze
di sangue evidenzia
la tua pelle altrimenti
bianca
incalza la caduta
non è che spatola di_rami
ruggini di_mora di attardate
sedotte interiora e_mani

sbavature.

 

 
 
-Associazione Salotto Culturale Rosso Venexiano
-Direttore di Frammenti: Manuela Verbasi
-Redazione
-Segreteria: Eddy Braune
-Autore di Rosso Venexiano  ©Dax82
-Selezione Opere: Dax82
-Editing Antonella Taravella, Emy Coratti, Manuela Verbasi
-Immagine grafica: Paolo Sprega su opera di Boldini -Nudo-
 

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