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 ha un occhio cieco e uno che brilla

 

l'occhio cieco coglie l'essenza,

la cosa nuda,

quello che brilla la infonde di bellezza

dietro la schiena

 

  con furore

a sfregio

stai  silente con le palme adunche.

 

sinistra ombra

Scampoli di stelle
ad illuminare la mia notte
dove rivoli di desiderio
mi parlano di Te
è un dolce canto
la melodia che abbraccia

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c’è una nuvola, lassù

solitaria galleggia nel blu assoluto di un cielo terso mai visto prima

Piatto come una sogliola
questo è ormai il nostro vivere.
Imprigionati in noi stessi
viviamo comunicandoci
attraverso un alfabeto di dubbi

Odo il tormento silente di sottili spine
esangui, inermi i tuoi pensieri smarriti
depositano il limo di disorientati ricordi
inopinate emozioni a travalicare

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 Amate solitudini al mattino,

quando abbandono gli incubi dell’alba,

e apro ai passi il solito cammino

che sale su, su, lieve,