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Orli di lingue

Ciottoli vegliano ricordi
d'acqua nel deserto.
Su orli di lingue ancora
vive c'è forse un impensato
da stanare.
 
Fogli e corolle, polline
d'idee e sassi d'ami
infilati su steli di vento.
Il respiro tiene insieme
arabeschi, librandoli d'ali.
 
Ogni voce ha denti
per masticare
e fare a pezzi parole,
raccolte e curate
agli angoli della mente
da chi sa ascoltarle.

Alessia e la luna

Selenica prospettiva delle cose di sempre
entra in scena Alessia sulle strade di Napoli
e ci sarà raccolto. Viene la sera e tutto
si fa inchiostro sul foglio e il cielo è infiorato
di gigli. A poco a poco, in una gioia senza
peso entra in scena Alessia nelle cose
della vita in quel nuotare e migliorare
tessere arabeschi e strategie, affilarsi
nell'amore dietro lamine di cielo. Alessia
rosavestita scrive poesie sul bordo del
diario, sotteso alle maree dell'anima e tutta
resiste la vita nella disadorna via serale.
 
Viene neve nella camera della mente.
Vengono file di persone a recingere
la nebbia dove entra Alessia a poco
a poco, per riemergerne felice, sulla soglia
tra morte e vita. Squilla il telefono
nella camera asettica e tutto appare
un sembiante nuovo. E' l'amica di Alessia
a nascondere e tesere una vita di tramonto
nella conca dei giorni belli allineati
in diari sulle mensole lunari ed è la luna
lì in alto a brillare oltre ogni cosa.
Luna a intessere giochi con i giorni, i chiari
mattini da vedere in uno stupore
di risveglio nel campo animato
di una gioia profana dietro al vetro
gli angeli.

Giungi a lui

Vai mio cuore
oltre il mare,
vola su deserti
di sabbia bionda,
giungi a lui
cuore mio
lungo le strade
lastricate di stelle.
 
Giungi a lui
prima che sbiadisca
la luna
a te affido le note
del mio malinconico
canto. 
 
Giungi a lui
cuore mio
con lento sussurro
tra rami unti
dal vento vai, corri
e digli quanto l’amo.
 
 

Diversamente

diversamente avrei preferito incontrarti
la sera magari sul fare più scuro
col dondolare ritmato del seno pei tacchi
picchiettanti l’asfalto non distante
da dove il solito tavolino del bar ci incontra
e il caffè servito (lo voglio più nero)
amaro apre la porta ai nostri pensieri
dov’eri? non so ti ho incontrata solo ieri
ma dentro diversa sei stata da sempre
uguale a te stessa non lo sapevi? 
era  ieri
 

Con estrema cura

Avrò estrema cura,
dei tuoi intimi pensieri
che terrò nel posto più caldo,
del mio inevitabile tramonto.
Se tu fossi qui, ora,
a calpestare questa sabbia umida
senza che la luce ti veda,
sentirei i tuoi passi sopra l'anima
e senza che tu dica nulla
sarà la marea del tuo profilo,
ad annegarmi.
Avrò mani di seta
per non farti male dentro,
quando sui fili dell'infinito
appenderò ad asciugare
una malinconia senza fine.
Ci sarà anche il vento,
annoderà lembi di pensieri
sopra un mare in burrasca
dove nemmeno i gabbiani
troveranno spazio.
Forse il tempo
traccerà un prato verde
solo per noi,
ai piedi di un amore senza casa
dove i tigli saranno ombre di rifugio
e moriranno un pò.
Neanche la luna osa stasera,
ci sono brandelli di nubi, sospese,
coltri d'ovatta sull'alcova del cielo
per ammansire nostalgie canaglie
e per annerire i lampioni dei sogni.
È cosi immenso l'oceano
tra te e la mia vita
... ma se avessi le ali.

Gioia di Alessia

Gioia di Alessia rosavestita per la vita
la disadorna via serale.
Vi aggiungete un fiore d'erba
una gioia a trasalire
tra le fragole: chiari mattini
dei fiori d'arancio sulle cime delle
anime e le valli e i castelli
nascosti nei monti azzurrini.
Hai captato un fiore e una marina,
Alessia rosavestita per la vita:

a poco a poco tra i giochi
d'acqua nella camera della mente
accade l'attimo e trasale Alessia

rosavestita per la vita dietro i vetri
dell'anima campita a spazi

azzurri e paradisi di amene
chiarezza per la mente,

Alessia gioca una mattina
con la vita, lo specchio la donna
la città: l'anno è il 2010

Ritorno alla poesia

Ancora una volta è il sole che benedice i campi,
laggiù sopra gli alberi
in trasparenza polvere di vento
e fra i cerchi nell'acqua
riflessi di parole.
Ora è l'uccello bianco di palude,
ora l'aria chiara, il profilo di una donna controluce,
lo sterpo di radura,
la nube che vagheggia chiaroscuri.
Tu subito con collera mi dici
di una luna che si alza sul dolore,
che tutti i rami torneranno secchi
quando la sete arderà anche i miei versi.
Ma io scrivo anche per te,
perché le tue tempie battano l'aria,
seppur mai saprò dire l'essenza di una rosa;
scrivo il percorrere che mi separa dal chiarore,
le pause ed il rumore di rotaie
e chi spegne la luce nel silenzio,
per non restare solo nel dilemma. 
 

Thanka

Luce soffusa.
Candele tremolanti.
Schiuma bianca
olezzante d’oriente.
Subito le tue mani!

La mia solitudine

Nella solitudine afferro tutto ciò che non avrei mai potuto in compagnia ed è per questo che quando sono in compagnia sono più completo di quelli che non sono mai soli!

Sblob a Edoardo Sanguineti

Insulsano florilegi e tradizione
della televisione i barbari talks.
Amai la Nebula Trifix
buco nero della mia disperazione.
Parole, polluzioni,
infette siringhe scagliate
su mentecatti uditori,
tra London's Burning
e Should I Stay or Should I Go.

I rai del sollucchero cortese
mantecati di Nespolo Berio Baj.

Evvai!

Accelerare fonemi come al Cern.

Mi spiace solo che eri
una beghina veterocomunista
e ti bruciò, la rogna,
davanti a i ragazzi gioiosi
di Muro e Tienanmen.
Dogmatico seminatore di dubbi.
Avessi letto meno Marx e più Gian Burrasca...
Mi sei maestro e macchietta.
Mi fai cagare
se restaurare vuoi
l'odio di classe;
ma mi fai sborare
quando blobbi e contamini
e fingi sulla finzione.

Con affetto, addio, cazzo di barone!

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