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Siamo tutti latinisti 23°

NON EXPEDIT
 
Non conviene. Con questa formula la Santa Sede vietò ai cattolici italiani di partecipare alle elezioni del 1874 (siamo quattro anni dopo la breccia di Porta Pia). Il divieto, sintetizzato nello slogan " né eletti, né elettori",fu giustificato  con il fatto che i cattolici deputati avrebbero dovuto giurare fedeltà ad uno Stato usurpatore dei diritti temporali del Papa.
 

NON OLET
 
Non puzza. C'erano una volta nelle città gli orinatoi pubblici, via via abbattuti dal puritanesimo estetico degli assessori, sicchè ora siamo costretti a entrare in un bar, e mentre il commesso ci prepara il caffè, corriamo verso la porticina dalla cui maniglia pende il bugiardo cartello "Guasto". I rimpianti orinatoi erano dei solenni monumenti, detti "vespasiani" dal nome dell'imperatore Vespasiano che aveva imposto ai romani una tassa sull'orina. Al figlio Tito che lo rimproverava di aver tassato una cosa così immonda" mise sotto il naso i denari riscossi dal primo pagamento, domandandogli se avevano cattivo odore. E siccome il figlio rispose di no il padre soggiunse: "eppure provengono dall'orina" (Svetonio- Vita di Vespasiano - 23). "Non olet" si dice generalmente del denaro guadagnato con traffici poco limpidi, e subito ripulito con deodoranti di sicura efficacia, come l'iscrizione ad un club esclusivo, il palco a teatro, l'acquisto di un titolo nobiliare.
 

OBTORTO COLLO
 
Con il collo storto, di malavoglia.. Si dice di un dovere che siamo tenuti a compiere, d'una cortesia che dobbiamo usare, ma senza entusiasmo da parte nostra. Operazioni che generalmente si fanno "obtorto collo" sono:
1 - pagare le tasse,
2 - sopportare ore di fila per rinnovare un documento,
3 - ascoltare i discorsi dopo la cena del Rotary o del Lions Club,
4 - fare il regalo collettivo al capoufficio appena nominato cavaliere,
5 - dire ma che bella creatura quando incontriamo in ascensore l'inquilina del piano di sopra, con in braccio il neonato, brutto da fare spavento.
 

ODI ET AMO
Odio e amo. Un famoso distico di Catullo ci ricorda che il cuore umano è un misterioso guazzabuglio nel quale odio e amore possono albergare contemporaneamente. Nemiche fra loro, queste due pugnaci passioni stringono paradossale alleanza per schiantare il povero poeta, che pensando alla volubile Lesbia sospira:
"Odio e amo. Probabilmente t'interessa sapere il perché.
Non lo so. Ma sento che è così e mi tormento."  (85)
 
 

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