Scritto da © ande - Ven, 25/09/2009 - 00:51
Nella sua mente vivevano degli spettri. Gli spettri di colpe irrisolte ombre che grugnivano fra i ricordi, che singhiozzavano rabbiose. Ma Lei, la Ragazza del
![]() ![]() Non poté fare a meno di corrergli incontro per abbracciarlo. Si strinse forte al suo tronco nodoso, vi appoggiò la guancia destra ed il magico occhio della tempia, ed ecco che accadde qualcosa di straordinario. L’albero cominciò a far scorrere la sua forza vitale nel corpo della Ragazza del Bosco. La luce tutt’attorno si schiarì di colpo, diventò quasi liquida. La brezza del mattino si placò ed anche il picchio riposò il becco. La Ragazza si sentiva pervasa da una serenità a lei sconosciuta, da un sentimento di estrema fiducia da un fremito verde di vitalità. Volse gli occhi verso la chioma bianca del ciliegio ed esplose in una risata liberatoria. Si lasciò cadere a terra, baciò l’erba sotto di Lei e ad un tratto capì. Gli spettri della sua mente erano spariti, lasciando spazio ad immagini variopinte. Le ombre avevano smesso di grugnire, dando voce a canti di speranza. Il ciliegio l’aveva liberata, non era mai stata così bene! Il giorno seguente tornò dall’albero, voleva ringraziarlo per il dono che aveva ricevuto, voleva ancora stringersi a lui e accogliere il suo flusso vitale. Arrivata in cima alla collina, con il fiato corto per l’impaziente corsa, trovò il ciliegio ad aspettarla e fra le radici ai piedi dell’albero, giaceva radioso un possente cane da pastore, dal pelo lunghissimo e bianco con una macchia bruna a forma di stella proprio sotto l’occhio destro. ![]() |
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