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Cose Così [briosa]

Non é colpa mia

Non essere impaziente,
ho da fare.
Non è colpa mia
se hai sbagliato data
sul tuo calendario.

Lo spessore del tempo

Posta una presa di sabbia fine
sul diaframma di un calendario
col buco nella mezzanotte
di tra le stagioni
- ad esempio, diremo, inverno/estate -
si potrebbe, alla luna distesa terrazza,
in quello stesso spessore di ora,
rappresentare la primavera
in una notte tribale?
 
O si deve far conto
della variabile giorno
tra minutaglie o pure granetti?
 
Avrà un’anima, penso, a clessidra,
come pure questo quasi ridicolo sesso del tempo,
che mi fotte e non me ne accorgo.

Nebbia

Il solo tuo pensare
mi estasia.
E tu
sparisci nella nebbia
mentre
m'adombro d'agonia.
Esplode in me
gioia euforica
nel riscoprire
che non te ne sei andato mai.
E questa nebbia,
si chiama
illusione.

Come un pipistrello

come una nottola cieca
appeso agli anfratti del tempo
ho atteso l’imbrunire della vita
per dispiegare le ruvide ali
zigzagando con volo isterico
guidato da un radar difettoso

milioni di parole sconnesse,
promesse e facili illusioni
hanno segnato il mio volo
negli anni di uscite diurne
ostinatamente dimentiche
della mia cieca condizione

ora nei miei voli notturni
non cerco facili prede
non voglio cibarmi di nuovo
di veleni vestiti a festa
il radar guida zoppicando
le rotte negate ai miei occhi

l’alba incombente mi avvisa
la luce ferisce gli occhi
il volo si placa planando
ritorno appeso al mio tempo
a testa in giù, sebbene dolente
attendo l’ultimo volo e vivo
 

Dilaniato

Le spire s'avvolgono
sul pendio dei sogni.
Lentamente soffocano
il gemito della speranza,
lasciando l'anima muta
e cieca
e sorda
priva di quel barlume di gioia
che l'ha resa viva.

Alexis
11.05.2010
Clicca la foto per ingrandire
Alexis, «I lost my hope along the way», penne e matite su carta comune, 05.2010 // parole tratte da What If? dei Godsmack

Profondità

A Derrick De Kerckhove
 
Della pelle, occhi, degl’abissi
dicevi, sorridevi
11°, 21’-142°, 12’
indicando, con il dito
noi, noi si guardava
le pareti sorde, bianche
poi
venne notte, il sonno
 
che lungo
e profondo
è il mare su d’un indice
ahah ah
puntato su due seni
 

A mia madre

è scritta nel tuo sguardo la mia storia
incanto di nostalgico dolore
e tu m'amasti sempre e m'ami ancora
sento le tue carezze calde e madri

ma per goderti il fato m'ha negato
il tempo dei tuoi baci appassionati
un soffio non durò l'esserci insieme
così io vivo dentro gli occhi tuoi

l'onirica presenza che accarezza
ti guardo e tu mi guardi nella notte
e corro fino a te dove tu sai

e penetrarmi sento quello sguardo
calore che s'infrange nel mio sangue
scheggia nel cuore d'ultimo respiro

Copyright © Lorenzo 10.05.010

Frost spring morning

Scivola lungo la valle
il fumo gelido avanti l'alba
crepita il silenzio di accenni d'ombra
dileguano fantasmi e muoion sogni
 
indugia un volo soffuso di civetta
perverso velluto vela di piume artigli
denso il respiro s'omologa in ombre a viticci
raffrena il passo l'essenza viscosa del tempo
 
Ottuso alla vampa del sole che affaccia lontano
distilli l'essenza fuggiasca in tane di sasso
bramoso di tenebre lievi e giacigli di fronde
perpetuo crepuscolo ad agreste miraggio disteso
 
briciole di certezza cadono ovunque
nel tempo di passaggio oltre il sorriso
seguimi, dolce nebbia e occludimi al mondo
lasciami voli d'ardesia e mattoni di sogno
 
lasciami scorze di luce
agrumati pastelli
 
in preludio del giorno.

Come si spegne una pallottola

T’amo, mi amo
dissero
e si lasciarono felici
anzi, morirono
come si spegne la pallottola
 
Il sole in alto, nevicava
t’amo cretino
maledetta
grandinava, anzi
sui fori
 

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